Gli Stati Uniti riconoscono il Governo della senatrice dell’opposizione in Boliva
Oltre il presidente degli USA Donald Trump, anche il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, e l’autoproclamato presidente incaricato del Venezuela hanno insistito nel riconoscere il governo di Jeanine Áñez.
14 novembre 2019 – Gli Stati Uniti hanno annunciato martedì 12 che riconoscono il governo della senatrice dell’opposizione Jeanine Áñez, autoproclamata presidente ad interim della Bolivia dopo la rinuncia forzata del presidente Evo Morales, ha informato Telesur.
Così ha fatto sapere l’incaricato dell’America Latina del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Michael Kozak, attraverso le sue reti sociali.
Ha aggiunto l’intenzione della Casa Bianca di lavorare con la Áñez durante il periodo che l’opposizione boliviana ha chiamato “di transizione”, in attesa di nuove elezioni presidenziali.
Inoltre, Donald Trump, si era pronunciato in precedenza, sostenendo che con la partenza di Evo si “preserva la democrazia” in Bolivia, mentre ha lanciato un messaggio con tono minaccioso ai presidenti del Venezuela, Nicolás Maduro, e del Nicaragua, Daniel Ortega. L’inquilino della
Casa Bianca ha anche elogiato il ruolo delle forze militari che hanno forzato la rinuncia di Evo.
Questa decisione è stata denunciata da Evo Morales attraverso il suo account nella rete sociale Twitter, precisando è un governo di fatto autoproclamato dalla destra.
La sua denuncia trova il sostegno del neo eletto presidente dell’Argentina, Alberto Fernández, che ha detto che, con questa posizione, gli USA “retrocedono di decenni, sono tornati ai peggiore periodi degli anni ‘70 con gli interventi militari (…) contro governi popolari, governi eletti democraticamente”.
Washington si è mostrata a favore dell’uscita dal governo di Evo Morales e l’ambasciatore statunitense presso l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), Carlos Trujillo, ha definito «ridicolo» che si definiscano gli avvenimenti in Bolivia come “un colpo di Stato”.
Ma gli USA non sono stati l’unica nazione che ha mostrato sostegno all’autoproclamazione della Áñez, dato che lo hanno fatto anche il governo del Brasile, così come Juan Guaidó, anche lui autoproclamato presidente del Venezuela.
La Áñez ha promesso di celebrare nuove elezioni, ma le proteste, sopratutto dei settori indigeni, continuano.
La sua autoproclamazione è stata molto criticata da quelli del parto di Evo a causa dell’assenza nell’assemblea legislativa dei legislatori leali al leader indigeno.
(Con informazioni di Telesur – Foto: TELESUR)