Coronavirus, Carlos e i medici cubani a Crema: «Resteremo finché avrete bisogno»
Intervista al dottor Carlos Ricardo Pérez Diaz. che guida la delegazione cubana in Italia I quattro pulmini bianchi arrivano incolonnati nel parcheggio dell’albergo vicino al fiume Serio, e tutti scendono.
Il capo della brigata Henry Reeve: «Non abbiamo discusso alcun tipo di pagamento, l’Italia ci ha assicurato vitto e alloggio». Tra i dottori che sono arrivati da Cuba, 31 hanno partecipato ad altre missioni, la più dura in Africa per Ebola.
Vedi tutta l’intervista: Corriere della sera
Sono un medico neoabilitato.
Avevo già cercato di informarmi sulla possibilità di una pratica a Cuba, ma senza aver ricavato grandi informazioni, mi ero detta che avrei cercato uno scambio durante la specialità. Oggi ho ancora più motivazione e voglia di imparare dalla medicina Cubana e mi chiedevo se voi sapeste qualche modo di riuscire a collaborare con loro.
Mi vengono i brividi e mi commuovo ad ascoltare i loro discorsi.
Vorrei poter aiutare e se saremo chiamati dalle liste faró quel che posso, ma mi rendo conto come giovane medico che nessuno fino ad ora mi ha insegnato ad essere autonoma, a prendere decisioni su pazienti senza una supervisione e anzi a prendere decisioni sui pazienti in generale. Ho studiato e studio, tanto. Ma l’esperienza é fondamentale. La competenza é quello che serve per aiutare adesso e quelli nella mia condizione non ne hanno abbastanza.
Se però avessero bisogno nella brigata anche solo di un traduttore, visto che parlo lo spagnolo, sarebbe una grandissima opportunità per me per imparare, come ho sempre fatto assorbire dagli altri tutta la conoscenza possibile.
Nel caso sono disponibile a qualsiasi necessità.
Viva Cuba y viva la hermandad de los pueblos