Giornalista difende la collaborazione medica di Cuba in Honduras
Con il titolo “Non è competizione, è solidarietà cubana”, una rubrica giornalistica difende oggi in Honduras la collaborazione medica cubana di fronte alla pandemia globale della Covid-19.
L’arrivo questa domenica della brigata di medici cubani specializzati in urologia, medicina interna, medicina famigliare, igiene, epidemiologia e terapia intensiva, che saranno assegnati agli ospedali Mario Catarino Rivas e Leonardo Martinez, nel dipartimento settentrionale di Cortes, ha ricevuto il pieno sostegno della giornalista Lucia Vijil Saybe attraverso la pagina web Criterios.
L’analisi della giornalista si basa sulle opinioni controverse dei leader dell’Associazione Medica honduregna, che ha criticato per le loro opinioni che privilegiano la competenza professionale rispetto alla necessità di salvare vite umane.
La solidarietà dei medici cubani viene dal principio dell’internazionalismo insegnato dai leader della Rivoluzione Cubana dice la giornalista.
Sostiene inoltre che questa espressione di solidarietà è sempre stata caratterizzata dalla presenza dei collaboratori dell’isola nelle zone rurali senza alcuna esitazione a fianco di coloro che sono emarginati ed esclusi da un sistema disuguale.
Sottolinea le sue tesi nelle parole di Fidel Castro: “Quando un popolo aiuta un altro, non perde, ma vince. Un medico come quelli che abbiamo avuto in Algeria, o in Yemen, o in Somalia, o in Angola, non fa perdere il Paese, ma crea un professionista che diventa più consapevole, che diventa rivoluzionario”.
Lo spirito di collaborazione e solidarietà della medicina cubana non merita di essere attaccato, perché si tratta di un lavoro umana capace di generare legami collettivi in America Latina, ha scritto Vijil Saybe.
In Honduras, un Paese in cui le minacce sono così tante, permettendoci il lusso di attaccare qualsiasi sforzo in grado di mettere al primo posto la vita umana, dimostra l’egoismo e l’individualismo con cui viviamo quotidianamente, ha denunciato.
La presenza di una brigata medica cubana non cambierà l’attuale governo, ma dimostra che non saremo mai soli e che la convivenza dei popoli è possibile.
In chiusura, ha usato altre parole del leader storico della Rivoluzione Cubana pronunciate nel 1976:
“Compiendo un dovere non stiamo facendo un favore, ma semplicemente stiamo compiendo un dovere. Abbiamo sempre pensato: l’uomo che non è capace di sacrificarsi per gli altri non è capace di sacrificarsi per nulla; un popolo che non è capaci di sacrificarsi per altri popoli non sarà capaci di sacrificarsi nemmeno per se stesso.