Chiedono il premio Nobel per la pace per la Brigata di Medici cubani che hanno combattuto contro il Covid-19 in 30 paesi

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La presidente dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, Irma Dioli, è dello stesso parere: “Il nostro Paese ha avuto l’opportunità di conoscere direttamente il lavoro delle brigate, apprezzando la loro professionalità, oltre lo spirito solidale e umanitario del loro intervento, senza chiedere nulla in cambio e offrendo i loro sforzi per il sacro obiettivo di salvare vite”…

Numerose organizzazioni stanno mostrando il loro sostegno alla proposta di assegnare il premio Nobel per la pace alla brigata Henry Reeve, dopo che medici cubani, infermieri e professionisti della salute pubblici sono intervenuti in quasi trenta paesi per il nuovo coronavirus.

L’iniziativa viene comunicata su Internet e sui social network e ha come promotori decine di organizzazioni di solidarietà con #Cuba in diverse parti del mondo, che chiedono che venga assegnata questa distinzione al Contingente di medici cubani specializzati nell’offrire aiuti sanitari in situazioni di calamità e grandi epidemie. La richiesta è stata fatta dopo l’aiuto che questo contingente ha offerto inviando migliaia di sanitari per combattere l’attuale pandemia mondiale.

Le diverse iniziative sono nate soprattutto in Europa, negli Stati Uniti e in America Latina. Una di quelle che ha avuto più ripercussione è quella diffusa attraverso un gruppo di Facebook creato da un’organizzazione greca. Inoltre, due organizzazioni di solidarietà con Cuba in Francia hanno lanciato un appello attraverso una pagina Web, che poco dopo è diventato un movimento sostenuto da oltre 160 organizzazioni.

Adesso molti gruppi di solidarietà con Cuba di diversi paesi stanno prendendo in considerazione la creazione di un comitato internazionale che dia più forza a questa proposta.
Dimitri Dimis, del Comitato Internazionale per la Pace e la Giustizia, afferma che sostengono questa proposta “dal cuore” perché “i medici cubani dimostrano ancora una volta che sono qui con noi, che sono qui per la vita”.

La presidente dell’Associazione Nazionale Amicizia Italia-Cuba, Irma Dioli, è dello stesso parere: “Il nostro Paese ha avuto l’opportunità di conoscere direttamente il lavoro delle brigate, apprezzando la loro professionalità, oltre lo spirito solidale e umanitario del loro intervento, senza chiedere nulla in cambio e offrendo i loro sforzi per il sacro obiettivo di salvare vite”, ha detto.

Il contingente Henry Reeve è stato creato nel 2005 dall’allora presidente cubano Fidel Castro. Il suo obiettivo iniziale era quello di offrire aiuti sanitari ai cittadini statunitensi colpiti dall’uragano Katrina , ma questa offerta fu respinta dall’allora presidente George W. Bush. Successivamente, questa brigata medica ha fornito i suoi servizi in diversi paesi che sono stati vittime di catastrofi naturali, come è successo durante l’epidemia di Ebola in Africa o l’epidemia di colera ad Haiti. Il suo lavoro ha ricevuto riconoscimenti da diversi governi e persino dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Traduzione: mac

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