Il blocco degli USA è la forma più lesiva di violenza contro le donne cubane
Teresa Amarelle Boué, Segretaria Generale della Federazione delle Donne Cubane (FMC), ha denunciato questo giovedì (1 ottobre) all’ONU che il blocco economico, commerciale e finanziario del governo statunitense contro Cuba costituisce il principale ostacolo alla realizzazione dei loro diritti e la forma più lesiva di violenza contro di loro.
Teresa Amarelle Boué, segretaria generale della Federazione delle donne cubane (FMC) e membro del Burò Politico del Partito, ha denunciato questo giovedì all’ONU che il blocco economico, commerciale e finanziario del governo degli Stati Uniti contro Cuba, ferocemente intensificato in tempi di pandemia, a causa del suo impatto negativo sulla popolazione dell’isola, e sulle donne in particolare, costituisce il principale ostacolo alla realizzazione dei loro diritti e la forma più lesiva di violenza contro di loro.
In occasione del segmento ad alto livello della 75a Sessione Ordinaria dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dedicata all’uguaglianza di genere e al potenziamento delle donne, e in occasione del 25° anniversario della Dichiarazione e della Piattaforma d’Azione di Pechino, Teresa Amarelle Boué ha fatto riferimento a come gli spazi conquistati dalle donne cubane in tutti i settori economici e sociali sono il risultato della volontà politica dello Stato e del governo di Cuba di sostenere queste azioni attraverso l’attuazione di leggi e programmi, dove la nuova Costituzione della Repubblica ha un posto importante e sostiene l’impegno per il principio di uguaglianza e di non discriminazione.
Ha sottolineato che la società cubana, senza essere perfetta, è un esempio di inclusione: “Le donne cubane ricevono la stessa retribuzione per un lavoro di pari valore”. La legislazione avanzata sul lavoro garantisce i nostri diritti nei settori statali e non statali. Abbiamo anche accesso a programmi di sicurezza sociale e godiamo di servizi educativi e sanitari di qualità gratuiti.
Amarelle Boué ha argomentato come, ad esempio, nell’occupazione le donne cubane rappresentano il 49% nel settore dello stato civile, e più dell’80% hanno un livello medio più alto o superiore. Ha dichiarato che sono in maggioranza tra i giudici e i procuratori professionisti, costituiscono il 53,5% nel sistema scientifico, innovativo e tecnologico, e rappresentano il 69,6% nel settore della sanità pubblica.
Ha ricordato che le donne cubane fanno parte delle brigate mediche che forniscono servizi in diverse regioni del mondo, e ha evidenziato il ruolo di primo piano che svolgono nella lotta contro il nuovo coronavirus, soprattutto nelle cosiddette zone rosse, nella progettazione di protocolli di trattamento e anche nella ricerca di candidati vaccini contro la malattia.
Il Segretario Generale del FMC ha assicurato che il Piano per lo sviluppo economico e sociale fino al 2030 e il processo di aggiornamento della legislazione del Paese rafforzano la volontà di Cuba di eliminare tutte le forme di discriminazione e di violenza che persistono, e di raggiungere la piena uguaglianza dei diritti e delle opportunità, in linea con la Dichiarazione e la Piattaforma d’azione di Pechino e la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne.