*Stella Calloni: Golpe in Bolivia, Washington ordinò e OEA eseguì
L’intellettuale argentina Stella Calloni presenta oggi un libro che è diventato una denuncia dei passi e di tutto il sipario degli Stati Uniti dietro il colpo di stato in Bolivia.
Colpo di stato in Bolivia: ordinato da Washington, eseguito dall’OSA (o OEA Organizzazione degli Stati americani), così la scrittrice e ricercatrice intitola il volume, pubblicato da Acercándonos Ediciones e descritto come una denuncia cronologica di tutti i processi che stanno dietro alla guerra sporca, con la complicità di diverse nazioni della regione, che è stata tessuta per raggiungere il colpo di stato contro Evo Morales.
Questo libro si propone di sistematizzare i passi e gli antefatti del colpo di stato in Bolivia, i tentativi di assassinare Evo, attraverso una serie di appunti che stavano comparendo e denunce molto importanti, spiegati esclusivamente a Prensa Latina dal suo autore.
Conosciuta per le sue molteplici indagini sull’Operazione Condor, Calloni approfondisce in otto capitoli tutti i retroscena, il ruolo dell’OSA (Organizzazione degli Stati Americani) e del suo Segretario Generale, Luis Almagro, il contesto regionale, i tentativi falliti di rovesciare Morales che hanno avuto luogo dal 2008, e soprattutto il ruolo degli Stati Uniti.
Uno dei capitoli si riferisce alla campagna che è stata forgiata dal Congresso degli Stati Uniti, seminando odio attraverso una serie di denunce contro Evo per realizzare l’idea che il popolo boliviano avesse bisogno dell’aiuto urgente del Paese del nord.
“Seguendo le tracce del colpo di Stato del novembre 2019, arriviamo sempre più spesso alla campagna permanente della deputata statunitense Ileana Ros-Lehtinen, membro della cosiddetta lobby cubano-americana di Miami, che si è data il compito di scuotere giorno per giorno la campagna di colpo di Stato, organizzando operazioni belliche di quarta generazione”, dice la scrittrice.
Calloni fa anche riferimento a quel 4 settembre 2019, un mese prima delle elezioni in Bolivia, quando Ivanka Trump, figlia di Donald Trump, era in Argentina, accompagnata da alti funzionari e circa duemila agenti delle forze speciali di custodia.
Penso che l’intervento di Brasile, Argentina, Cile e anche alcuni segnali in Perù siano molto importanti. Ma nel caso dell’Argentina, per esempio, è molto forte perché non solo il governatore di Jujuy, Gerardo Morales, è molto complicato, ha detto la giornalista a Prensa Latina, che sottolinea anche l’uso del paramilitarismo dietro il colpo di stato.
L’Argentina e il Cile hanno effettuato manovre nei giorni precedenti le elezioni in Bolivia sul confine con la presenza del Comando Sud e dei consiglieri israeliani che si trovavano nella zona di tripla frontiera, ha spiegato la giornalista quando ha fatto notare come in Cile, seguendo gli ordini di Washington, sono stati scoperti camion e armi che entravano dal porto di Iquique.
Anche uno dei camion è stato intercettato poco prima del colpo di Stato a Santa Cruz, carico di armi che arrivavano direttamente per i paramilitari boliviani, ha sottolineato Calloni dopo aver aggiunto che ci sono informazioni della complicità del governo di Mauricio Macri, nella figura di un rappresentante dell’intelligence argentina in Bolivia che distribuisce denaro tra i capi del colpo di Stato.
Ci sono molte informazioni, ci sono indagini che coinvolgono apertamente diverse persone. Ecco di cosa tratta questo libro, una denuncia per prendere spunto da un’indagine approfondita su questi colpi di stato militari, ha detto Calloni, sottolineando che non ci sono dubbi sulla partecipazione dell’OSA e degli Stati Uniti al colpo di stato.
Fonte: Prensa Latina
Traduzione: italiacuba.it
*Stella Calloni è una giornalista e scrittrice argentina specializzata in politica internazionale, il cui lavoro di ricerca si è concentrato sulle dittature militari latinoamericane e sui processi politici correlati.