Fidel: una presenza necessaria
“Dimostriamo il valore della coscienza e dell’etica. Noi offriamo delle vite”.
Sapevi, in ogni caso, che i Paesi poveri sarebbero stati i più colpiti, e poi hai reso realtà la parola solidarietà, così necessaria, bandiera fondamentale della Rivoluzione e, purtroppo, poco usata lì, dove prevale l’egoismo e l’avidità sotto il nome di neoliberismo.
Posso immaginare come vi sentireste sapendo che un medico o un’infermiera, di quelle migliaia che avete concepito per formare, oggi affrontate, lì, nella zona rossa, o nel retro di un ospedale, di uno studio medico o di un policlinico, una terribile pandemia che ha reso vulnerabile tutta l’umanità.
Quante volte hai visitato quell’altro esempio scientifico che conosciamo come CIGB, e quante volte hai discusso con i suoi lavoratori, medici, scienziati, sul ruolo della scienza nello sviluppo della nostra Paese.
Quando vedo le migliaia di persone che compongono le brigate del Contingente Henry Reeve lasciare o tornare vittoriose, mi vengono in mente i primi professionisti della salute che si organizzano per offrire solidarietà.
Oggi più che mai sono presenti i tuoi pensieri, espressi nell’atto di costituzione di questo contingente medico: “Mostriamo che gli esseri umani possono e devono essere migliori. Dimostriamo il valore della coscienza e dell’etica. Noi offriamo la vita”.
Oggi, quando il Comandante non è fisicamente con noi, è ancora un riferimento quotidiano che segna un’opera umana di straordinaria grandezza.
Per questo è ricordato e venerato nelle nazioni caraibiche, così come nei paesi dell’Africa, nel grato Vietnam, in America Latina dove la solidarietà cubana, le sue missioni mediche, l’istruzione e altre, hanno contribuito a far sì che milioni di persone si salvassero, si curassero e altri milioni imparassero a leggere e scrivere.
Un’altra battaglia di quest’anno, una di quelle in cui si va sempre a prendere l’iniziativa, è stata la battaglia contro le tempeste tropicali come quella dell’Eta, con i loro effetti sui campi agricoli, sulle case, sulle scuole e su altri centri. Ricordiamo la grande opera idraulica che il Capo della Rivoluzione concepì dal momento in cui il ciclone Flora, il 3 ottobre 1963, attaccò il nostro paese, soprattutto nei territori delle attuali province di Las Tunas, Holguín, Granma e Camagüey.
Cosa sarebbe stato della nostra Isola senza le dighe, i canali, i bacini medio-piccoli su tutto il territorio per, come ha spiegato più volte Fidel, immagazzinare l’acqua necessaria al consumo umano e agricolo e, soprattutto, per evitare inondazioni, deflussi di fiumi e altri effetti che possono causare la morte di persone, o la completa devastazione delle colture?
In queste grandi battaglie del 2020, come negli anni precedenti, chi si è impegnato per la continuità ha in Fidel il riferimento obbligatorio, l’esempio inestinguibile, l’insegnamento che impegna ogni cubano a rendere migliore il presente e il futuro del nostro popolo.
Possiamo assicurare che Fidel è presente, così come la Rivoluzione che ha fatto e alla quale il suo popolo dà continuità.
Soy pueblo
dirán exactamente de Fidel
gran conductor el que incendió la historia etcétera
pero el pueblo lo llama el caballo y es cierto
Fidel montó sobre Fidel un día
se lanzó de cabeza contra el dolor contra la muerte
pero más todavía contra el polvo del alma
la Historia parlará de sus hechos gloriosos
prefiero recordarlo en el rincón del día
en que miró su tierra y dijo soy la tierra
en que miró su pueblo y dijo soy el pueblo
y abolió sus dolores sus sombras sus olvidos
y solo contra el mundo levantó en una estaca
su propio corazón el único que tuvo
lo desplegó en el aire como una gran bandera
como un fuego encendido contra la noche oscura
como un golpe de amor en la cara del miedo
como un hombre que entra temblando en el amor
alzó su corazón lo agitaba en el aire
lo daba de comer de beber de encender.
Fidel es un país
yo lo vi con oleajes de rostros en su rostro
la Historia arreglará sus cuentas allá ella
pero lo vi cuando subía gente por sus hubiéramos
buenas noches Historia agranda tus portones
entramos con Fidel con el caballo.
Fidel, de Juan Gelman, publicado en el poemario Gotán (1962)
Fonte: Granma
Traduzione: italiacuba.it
Bellissimo r’ questo articolo su Fidel e molto completo