61° anniversario della fondazione Federazione delle donne cubane (FMC)
L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA, SI CONGRATULA CON LA FEDERAZIONE DELLE DONNE CUBANE – FMC – NEL 61° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE.
Dopo la vittoria della Rivoluzione Cubana nel 1959, le organizzazioni femminili del paese fondarono la Federazione delle Donne Cubane nel 1960, un’organizzazione con l’obiettivo di porre fine alla discriminazione contro le donne e cercare la partecipazione delle donne in tutti gli aspetti della società.
Fidel Castro riconobbe il ruolo di questa organizzazione al Primo Congresso del Partito Comunista di Cuba nel 1975, affermando che “le donne cubane, doppiamente umiliate e relegate dalla società semicoloniale, avevano bisogno di questa organizzazione propria, che rappresenterà i loro interessi specifici e lavorerà per ottenere la loro più ampia partecipazione alla vita economica, politica e sociale della Rivoluzione”.
CUBA E IL RUOLO DELLE DONNE
da Pedro Martínez Pírez
Il 23 agosto, 61° anniversario della creazione della Federazione delle Donne Cubane, Cuba può essere orgogliosa di essere stata la prima nazione al mondo a firmare la Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne.
La Convenzione, considerata anche la Carta internazionale dei diritti delle donne, è stata approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 1979 ed è entrata in vigore il 3 settembre 1981.
Cuba, tra i cui meriti c’è quello di essere uno dei 51 paesi fondatori dell’ONU nel 1945, è una delle nazioni in cui il ruolo della donna è riconosciuto a livello mondiale, e in questo è presente l’eredità dell’eroina della Sierra Maestra Vilma Espín e del leader storico della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro.
Non dimenticherò mai che fu la fondatrice e prima presidente della Federazione delle Donne Cubane, l’ingegnere chimico Vilma Espín, che fu pioniera a Cuba nella lotta per la depenalizzazione dell’aborto, uno dei compiti che si era prefissata nei primi anni della rivoluzione cubana.
Questa fu una delle prime vittorie della presidente della Federazione delle Donne Cubane, che ottenne l’appoggio dell’eminente medico cubano Celestino Alvarez Lajonchere, specialista in ostetricia e ginecologia, che dedicò la sua vita a lottare per il benessere delle donne, come fece Vilma Espín.
E nel 2021, i frutti dell’incessante lavoro a favore delle donne si possono vedere ovunque: le donne occupano un posto eccezionale nella scienza, nella medicina, nell’educazione, nell’economia, nella cultura, nello sport e in altre discipline in cui l’uguaglianza di genere è evidente a Cuba.
Il Parlamento cubano è uno dei primi al mondo in termini di partecipazione femminile, e in nove delle quindici province di Cuba il capo dell’Assemblea del Potere Popolare è una donna. Anche il vicepresidente dell’Assemblea nazionale del potere popolare è una donna.
Il presidente di Cuba, l’ingegnere Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha ribadito in numerose occasioni il suo riconoscimento alle donne cubane, sottolineando la loro straordinaria performance come parte del personale sanitario, dalle cure primarie, con permanenza nella Zona Rossa, e la loro partecipazione al confronto con Covid-19 in numerose brigate mediche cubane in tutto il mondo.
Su ogni dieci lavoratori nella scienza, innovazione e tecnologia a Cuba, più di cinque sono donne, e sono presenti nella produzione di tre vaccini cubani contro il Covid-19, gli unici prodotti da un paese dell’America Latina e dei Caraibi.
Mi unisco alle congratulazioni alle donne. E la mia gratitudine a Vilma Espín risale a venerdì 23 agosto 1991, quando ricevetti dalle sue mani la Distinzione della Federazione delle Donne Cubane, e i miei ricordi di lei risalgono al momento in cui potei intervistarla nella sede della Fondazione Guayasamín a Quito, Ecuador, dove fece la sua prima e unica visita in quel paese.
Le donne sono una delle grandi forze di Cuba, una piccola nazione dei Caraibi che resiste all’aggressione di un impero che non vuole riconoscere la grandezza di un popolo che ama la sua indipendenza e difende la sua sovranità nazionale.