Assorbito dalla storia come profezia delfica (parte seconda)
(13 de octubre 1950-1 enero 1959)
In contrasto con le azioni intraprese dalla dittatura di Batista dall’ambasciata cubana in Messico, e le incursioni della polizia messicana che sequestrano armi e arrestano i rivoluzionari, la giovane guerrigliera compie l’impresa, lo Yacht Granma riesce a navigare dal fiume Tuxpan il 25 novembre 1956 fino alle acque aperte del Golfo del Messico prima di toccare il suolo nazionale.
Tra gli 82 membri dell’equipaggio dello yacht c’erano Raúl Castro Ruz, Juan Almeida Bosque, Ernesto Guevara de la Serna, Ramiro Valdés, Efigenio Ameijeiras, e molti altri coraggiosi rivoluzionari che si sarebbero dati anima e corpo alla lotta per la libertà di Cuba, contribuendo così con le loro pagine personali al bel libro incompiuto che è oggi la Rivoluzione Cubana.
In esilio, Fidel ha coordinato le azioni da intraprendere dopo lo sbarco del Granma. Era d’accordo con Frank País sulla rivolta di Santiago de Cuba del 30 novembre. Inoltre, Fidel e José Antonio Echeverría, presidente della FEU, si accordarono sul patto di unità rivoluzionaria noto come Lettera del Messico.
La rivolta del 30 novembre a Santiago de Cuba fu l’elemento di distrazione che permise alla spedizione di sbarcare senza incidenti.
Da quel momento, con gli spedizionieri in viaggio verso la Sierra, sotto il comando di Fidel, iniziò una lotta su diversi fronti contro il dittatore Fulgencio Batista.
Combattimenti come Alegría de Pío (1956), La Plata (1957), El Uvero (1957), così come l’assalto al Palazzo Presidenziale e il sequestro di Radio Reloj sono esempi delle diverse azioni di combattimento che ebbero luogo sul territorio nazionale.
Il 1° marzo 1958, Raúl e Almeida, promossi al grado di comandante da Fidel, andarono sulla Sierra per costituire il secondo e il terzo fronte di combattimento. Questa azione ha preceduto la firma del Manifesto del 26 luglio, dichiarando la guerra totale al regime e la mobilitazione per il previsto sciopero generale rivoluzionario.
Eventi come lo sciopero generale del 9 aprile, il primo intervento del giovane comandante Fidel a Radio Rebelde il 14 aprile 1958 e la riunione della Direzione Nazionale del Movimento 26 Luglio il 3 maggio 1958, segnarono un’ultima scaramuccia contro l’esercito di Batista, che il 24 maggio 1958 lanciò la sua offensiva finale.
La disperata offensiva fu sconfitta dopo 72 giorni di intensi combattimenti. Così, la battaglia di Santo Domingo e Las Mercedes nel luglio e agosto 1958 segnò la fine della supremazia militare della dittatura sull’esercito ribelle.
Il 15 novembre 1958, Camilo e il Che iniziarono l’invasione dell’Occidente, gli stessi comandanti che, sotto il comando di Fidel, partirono da due colonne di guerriglieri che avrebbero preso il centro e l’ovest del paese in una controffensiva senza precedenti.
D’altra parte, dal 15 dicembre al 31 dicembre 1958, ebbe luogo la battaglia di Guisa, una vittoria importante che aprì la strada a Santiago de Cuba.
Successivamente, Fidel si è incontrò con il comandante Raúl e ha elaborà la strategia per la controffensiva finale, che includeva la presa di Santiago de Cuba.
Santiago era stata presa, l’esercito di Batista sconfitto, e così il 1° gennaio 1959 la rivoluzione cubana trionfava. Il popolo di Cuba aveva raggiunto la tanto agognata libertà, per la quale erano morti migliaia di cubani meritevoli, senza mai piegare la testa a nessun impero.
Come era prevedibile, il dittatore Fulgencio Batista fuggì dal paese nelle prime ore di quello stesso giovedì 1 gennaio, con la coda tra le gambe, sapendo che sarebbe stato giustiziato per i suoi crimini, e decise di fuggire nel paese dove criminali, assassini, terroristi e corrotti vivono liberamente e muoiono di vecchiaia, gli Stati Uniti d’America.
2 gennaio 1959
Caravan della libertà
Come un arcobaleno dopo un forte acquazzone, come il sole del mattino che porta luce e calore, la Carovana della Libertà lascia Santiago di Cuba con Fidel alla testa, il popolo esce per salutare i ribelli, nasce la Rivoluzione Cubana.
8 gennaio 1959
Ingresso a L’Avana
La carovana è arrivata all’Avana passando per El Cotorro, dove la gente l’ha accolta. Ha poi viaggiato attraverso varie parti della capitale fino a raggiungere il campo militare di Columbia (oggi noto come Ciudad Escolar Libertad).
In quello che una volta era il cuore del potere militare della dittatura di Batista, Fidel ha tenuto un discorso in una grande manifestazione di massa. Un breve riferimento al discorso riassume il messaggio che Fidel avrebbe inviato al popolo di Cuba:
“Credo che questo sia un momento decisivo della nostra storia, la tirannia è stata rovesciata, la gioia è immensa e tuttavia c’è ancora molto da fare. Non illudiamoci di credere che tutto sarà facile in futuro, forse tutto sarà più difficile”.
È quando, ad un certo punto del suo discorso, il Comandante in Capo ha chiesto al Comandante Camilo: “Sto facendo bene, Camilo?… una domanda alla quale Camilo ha risposto scuotendo la testa in segno di approvazione.
Per concludere, vorrei condividere le seguenti parole di Fidel sulla rivoluzione cubana.
“La Rivoluzione non fu fatta da una sola generazione, la Rivoluzione fu iniziata dalla generazione di Céspedes, di Agramonte, di Maceo, di Gómez, di Martí, di Mella, di Villena, di Guiteras; fu portata avanti dalla nostra generazione a Moncada, nella Sierra Maestra, nella lotta contro le aggressioni imperialiste; è portata avanti dalla nostra attuale generazione di giovani”. (Riferimento al testo originale: Discorso pronunciato alla manifestazione centrale per la Giornata dei Bambini, tenuta nel Giardino Botanico del Parco “Lenin”, 17 luglio 1983).
Fonte: Razones de Cuba
Traduzione: italiacuba.it