Una Cuba “democratica” che cesserebbe di essere pacifica e illuminata?
Lo scrittore Javier Mestre ci chiede di immaginarci una transizione a Cuba, verso l’unica forma di “democrazia” approvata dai media: la liberale capitalista.
Continuerebbe ad essere l’unica nazione, in America Latina, senza bambini/e di strada, senza sfruttamento minorile su larga scala, senza analfabetismo, senza bande criminali che, come in tanti paesi della sua regione, controllano interi quartieri?
Avrebbe ancora non solo i tassi di violenza più bassi, ma anche la mortalità infantile più bassa di tutta l’America?
Che tipo di “democrazia”, nel cortile di casa degli USA, continuerebbe a garantire, nell’isola, la piena scolarizzazione e le università gratuite?
Con un sistema di “democrazia liberale”, Cuba continuerebbe a formare migliaia di medici del Terzo mondo ed a sviluppare programmi di cooperazione sanitaria in Asia, Africa e America Latina?
Dando uno sguardo ai paesi suoi limitrofi –con “democrazie” approvate dai media e dagli USA – la risposta a queste domande è no.
Perché un modello di presunta “democrazia” imposta significherebbe, con grande probabilità, la distruzione di quanto realizzato, a livello sociale, da questo paese.
Che, nonostante il blocco ed i propri errori, costituisce, secondo Javier Mestre, la società più pacifica, civile, giusta e illuminata di tutta l’America Latina.
Fonte: Cubainformación
Traduzione: cubainformazione.it