Lula ottiene la sua ventesima vittoria nei tribunali brasiliani
L’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva festeggia oggi la sua ventesima vittoria nei tribunali brasiliani dopo che un tribunale della capitale ha respinto, per mancanza di prove, la richiesta di una denuncia nel cosiddetto caso Atibaia.
Secondo il sito ufficiale del Partito dei Lavoratori (PT), le successive vittorie di Lula in tribunale espongono il lawfare (persecuzione giudiziaria, uso della legge come arma politica) di cui l’ex-governatore è stato vittima.
Il giudice Pollyanna Kelly Maciel, del 12° tribunale penale federale del distretto federale, ha nuovamente negato la richiesta di riaprire il caso, poiché l’accusa non ha presentato alcuna prova valida.
I presunti tentativi presentati dalla Procura sono gli stessi fabbricati dall’operazione Car Wash disattivata nella città meridionale di Curitiba e considerati nulli dal Tribunale Supremo Federale (STF).
“Poiché si basava su prove annullate dal STF, il reclamo originale non poteva quindi essere ratificato in modo generico e illimitato. Ripeto, la denuncia non ha potuto essere ricevuta e rimane in questa condizione perché non sono state indicate prove valide per sostenere l’accusa”, si legge in un estratto della sentenza.
Per il PT, la giustizia ribadisce ancora una volta che Lava Jato non ha prove contro Lula, e che “l’ex presidente è stato ingiustamente imprigionato per 580 giorni, per non aver accettato di scambiare la sua dignità con la sua libertà. La verità ha vinto”, ha osservato.
La decisione ha anche rilevato che il periodo di tempo per le presunte accuse è caduto in prescrizione.
Secondo le accuse, l’ex dirigente operaio ha beneficiato dei lavori per circa 235.000 dollari che le imprese di costruzione Odebrecht e OAS hanno fatto nella fattoria di Atibaia, nello stato di San Paolo, in cambio di favorire le imprese nei contratti con la compagnia statale Petrobras.
L’accusa indica che il sito è stato utilizzato dalla famiglia dell’ex-governatore, cosa che Lula nega. La condanna in prima istanza è stata di 12 anni e 11 mesi.
Una recente nota della difesa dell’ex leader sindacale indica che è stato provato che Lula non ha mai ricevuto denaro da Odebrecht per pagare la ristrutturazione del sito, che non è mai stato nemmeno suo.
Dettaglia che il trasferimento di denaro da Odebrecht, come sostenuto nella denuncia, è stato effettivamente fatto a un direttore della società, non per il lavoro sulla proprietà. “Il caso è stato annullato dal STF e ripristina l’innocenza di Lula”, dicono gli avvocati dell’ex capo di stato.
Per quanto riguarda i colloqui tra i procuratori di Lava Jato e l’ex giudice Sérgio Moro, l’avvocato Cristiano Zanin, principale difensore di Lula, ha sottolineato che “lì abbiamo visto come la giustizia non deve essere usata, come gli agenti della giustizia non possono usare il potere dello Stato per raggiungere obiettivi politici o personali, tra le altre azioni”.
Fonte: Prensa Latina
Traduzione: italiacuba.it