Condannata in Cile la violenza contro la nazione Mapuche
I rappresentanti dei popoli indigeni del Cile hanno ripudiato oggi la violenza del governo contro i Mapuche, dopo la morte di altri due membri di quella comunità per mano di membri della Marina e dei Carabineros.
I due giovani sono morti per ferite d’arma da fuoco nella regione meridionale di Bío Bío, durante un’operazione condotta il giorno prima da marines e polizia contro i manifestanti delle comunità in resistenza, che si oppongono allo stato di emergenza e alla militarizzazione della zona.
“La militarizzazione non è la via”, ha denunciato l’accademica mapuche e presidente della Convenzione Costituzionale, Elisa Loncon, che ha condannato la politica razzista e violenta dello stato e del governo contro la sua comunità.
Loncon ha affermato che l’Assemblea Costituente sta lavorando per stabilire la plurinazionalità nella prossima costituzione, in cui saranno rispettati i diritti delle nazioni native all’autonomia, all’autodeterminazione e alla legittima difesa del loro territorio.
Francisca Linconao, che rappresenta i Mapuche nella Convenzione Costituzionale, ha chiesto il ritiro immediato delle forze armate dalla cosiddetta macrozona meridionale.
“Il presidente (Sebastián) Piñera dovrebbe ritirare i carabineros, i militari e la milizia, ma se non lo fa, dovrebbe dimettersi”, ha detto Linconao.
Il 12 ottobre, Piñera ha decretato lo stato di emergenza in quattro province delle regioni del Biobío e La Araucanía e ha ordinato il dispiegamento di più di 2.000 militari, oltre a veicoli blindati, elicotteri, aerei e navi.
Piñera ha chiesto al Congresso Nazionale di estendere la misura con il presunto scopo di combattere il terrorismo, il traffico di droga e il crimine organizzato, ma il portavoce del popolo Mapuche, Miguel Maliqueo, ha sostenuto che l’obiettivo del governo è quello di limitare la lotta per recuperare le loro terre ancestrali.
Con una popolazione di 1,7 milioni di persone, la comunità Mapuche è il più grande gruppo etnico indigeno del Cile, e da anni chiede l’autonomia e il recupero dei suoi territori, che sono stati loro sottratti dai proprietari terrieri e dalle compagnie forestali.
Fonte: Prensa Latina
Traduzione: italiacuba.it