Che dolore che dolore che pena… (ricorda una vecchia canzone popolare)
Stato fallito, giusto? “Un bugiardo si scopre più velocemente di uno zoppo”, sono usi dire alcuni nonni e hanno ragione. La vera verità su quanto accaduto a Cuba negli ultimi cinque anni è facile da verificare.
Il signor Donald Trump è caduto sulla Casa Bianca un funesto mezzogiorno di venerdì 20 gennaio 2017. La sua politica verso Cuba era già stata convenientemente sbandierata nella sua campagna elettorale (un commento in un buon contesto: Biden fino ad oggi ha defecato olimpicamente fuori dal suo vasino personale che gli hanno messo nello Studio Ovale, per quanto riguarda l’adempimento delle promesse elettorali, almeno riguardo a Cuba).
Ma il meteorite Trump è stato fedele alle sue gridate promesse anticubane, più rosso del solito, durante il suo passaggio elettorale nel sud della Florida. Solo mettendo i suoi glutei sul trono imperiale, la carota ha mostrato il miglior stile della sua razza. Ha scatenato, furiosamente, la vendetta anticomunista, condita dal solletico di dollari riconoscenti dello stesso pubblico che, mesi prima, lo aveva applaudito con delirio. E ha sferrato le prime artigliate contro Cuba.
Non dimentichiamo che è stato lui, e non il governo cubano, che ha vietato crociere, compagnie aeree e viaggi di turisti nordamericani nell’isola, e ha lasciato di colpo senza quei generosi clienti che mastica-gomme a tassisti, proprietari di ostelli e ristoranti, imprenditori, prostitute e altri “combattenti” nelle città e paesi di Cuba. Tristi tutti coloro che, principalmente all’Avana, hanno messo a rischio tutti i loro risparmi per riparare o costruire attività esclusive per l’ambito turismo yankee.
È stato lui, e non il governo cubano, che con un tratto di penna ha spazzato via le rimesse familiari, bloccato e minacciato le filiali bancarie in tutto il mondo, e ucciso il sogno di prosperità del cubano comune.
E’ stato lo zotico Donald a vietare i voli diretti per le province e a chiudere i servizi consolari della sua ambasciata all’Avana, per rendere quasi impossibili i desideri e la quasi ancestrale necessità dei cubani di viaggiare in entrambe le direzioni in modo normale e quindi più economico…
È stato lui a rimettere Cuba nella lista dei patrocinatori del terrorismo, e ha terrorizzato banche, governi e imprenditori di tutto il mondo, primi fra tutti quelli della furba, calcolatrice e talvolta troppo fredda e lontana Europa, affinché non negoziassero né spostassero un solo centesimo da o verso L’Avana. È stato lui e non il presidente Díaz-Canel a mettere più pressione alla caldaia e a bloccare le valvole di scarico …
La colpa, quindi, non era del buon merlo cubano, ma dell’aquila imperiale. Ma il peggio mancava ancora.
La pandemia, quel vocabolo che sembrava sepolto nei vecchi libri di storia e nei romanzi e film sull’età medioevale, è venuta a fare il resto. Una ferita quasi mortale a quel che restava del turismo, acqua nei motori dell’economia cubana, e a spendere il poco che aveva il paese per salvare vite e tentare il miracolo di mantenere in funzione la nazione.
Milioni di quella stragrande maggioranza di bravi cubani, addolorati e preoccupati per la morte di familiari e amici, hanno continuato a muoversi e si muovono oggi, con più cuori che muscoli, le loro braccia stanche e fanno galleggiare, a qualsiasi costo, la loro isola irredenta in mezzo al mare.
Pandemia e blocco: la tempesta perfetta, e al diavolo viaggi, scambi, borse di studio, gallerie, concerti, festival, migrazioni, soggiorni e ritorni trionfali, gioie, spiagge, amici, viaggi di vacanza, sogni e persino piaceri mondani. Tutti fermi tranquilli. Giusti e peccatori in quarantena, accalcati nello stesso sacco.
Se Mambrú va in guerra…
L’11 luglio di quest’anno, solo quattro mesi fa, la propaganda yankee-fascista, quella dell’odio e della vendetta, che viaggiava talvolta di nascosto e anche apertamente attraverso reti antisociali, ha saturato di feci alcune menti accaldate, quella di quella minoranza interna, quella dell’eccezione e non della regola.
Da allora e fino ad oggi, hanno cercato di rarefare l’atmosfera di un popolo buono e sacrificato, che ha superato tutte le prove e le ha vinte per più di sei decenni, con un sacrificio così enorme che non può descrivere neppure la migliore statistica.
Dalla Florida e dalla vecchia Europa ancora in preda alla guerra fredda, sono tornate le minacce, le offese, gli attacchi personali, persino ad amici e familiari, e al governo cubano eletto dalla democrazia approvata dalla volontà maggioritaria del suo popolo.
Peggio ancora, è tornato di moda il malsano tentativo di attizzare i tamburi della guerra e del terrorismo, come se bombe e missili fossero più intelligenti di quelli che premono i pulsanti per lanciarli.
Un presidente Biden, non si sa se timoroso o in preda alle bugie che gli risuonano nelle orecchie, non ha fatto nulla per prendere le distanze dal demente Trump nella politica verso Cuba. Sembra che stia giocando la stessa pericolosa carta che è costata la vita a J. F. Kennedy. Ma sarebbe solo uno in più tra i 12 imperatori che, dal 1959 ad oggi, sono passati alla storia e sino all’oblio, con l’incubo irrealizzato di distruggere la Rivoluzione cubana.
Il tempo scorre velocissimo oggi, contro i mercanti dell’odio e i loro potenziali acquirenti a Cuba. La vecchia formula testata con successo in alcune altre latitudini colorate, ha i suoi giorni contati.
Cuba sta vincendo con intelligenza, spreco d’amore ed enormi sforzi propri, con la solidarietà dei suoi amici ed i buoni cubani nel mondo, la grande e vera battaglia di questi tempi, quella di immunizzare il proprio popolo (compresi i nemici o stanchi della Rivoluzione), contro il COVID-19.
Il paese sta già aprendo i suoi confini. La locomotiva del turismo inizia a scaldare i suoi motori senza fumo inquinante. La Zona di Sviluppo del Mariel costruisce industrie proprie e straniere e riceve nuove navi cariche di futuro. Legislazioni con senso del momento storico mettono in luce la lettera viva della Costituzione socialista, approvata con un referendum popolare il 24 febbraio 2019, con l’86,85% dei voti, un’altra verità che oggi i bugiardi di spirito pretendono imbrigliare.
Nascono le PYMES, si tutela la proprietà privata, l’economia statale si scrolla di dosso la polvere della burocrazia e della pigrizia e prevede la crescita in tempi brevi. Si riparano le strade, si migliorano le cittadelle, si dipingono scuole, magazzini e ospedali…
Si rinnovano anche i dirigenti del Partito e del governo, un governo giovane e dai capelli grigi, impegnato, giorno per giorno, fino al gomito nella lotta (senza virgolette) per il bene di tutti. Un governo patrio fedele erede delle idee martiane e rivoluzionarie di Fidel. Un governo che ascolta con rispetto le richieste del popolo, e si consiglia con il più fedele dei fratelli, con quel Raúl imbattuto nel tempo, con i piedi nella staffa mambí, sempre pronto a intraprendere l’offensiva guerrigliera.
Arriveranno -più che le notizie di stampa- cibo e bevanda senza ansia alla tavola dei comuni cubani, e per lui migliorerà anche il trasporto pubblico, statale e privato, permettendogli di andare e tornare in orario e con una certa comodità al lavoro o al centro dove studia. Non è una chimera, è una realtà che richiede solo poco tempo e lo sforzo determinato di buoni patrioti.
Di qui la disperazione dei nemici della Rivoluzione, quelli di fuori e quelli di dentro, questi ultimi con i loro diritti di cittadini inclusi e rispettati nei limiti imposti dalla legge. Ma l’uno e l’altro, in assenza di proposte e di un proprio pensiero, restano appesi a mezz’aria.
Come tori inferociti, intendono attaccare alla cieca contro il drappo rosso e legittimare qualunque cosa, con l’appoggio della CIA e dell’ambasciata yankee all’Avana, i loro ultimi tentativi di destabilizzare il paese e creare una situazione di violenza che scateni la guerra USA contro Cuba.
Valga la memoria storica: è la stessa opzione in cui Kennedy ha commesso un errore, nel 1961, con l’invasione di Girón, ma che poi non ha rifatto nei giorni più pericolosi della Crisi di Ottobre. È l’opzione tante volte accumulata dai falchi del Pentagono, quando la mafia di Miami ripetutamente ha messo nelle grinfie pretesti, ma che nessun presidente yankee – né i peggiori nemici del comunismo e della Rivoluzione – hanno osato approvare fino ad oggi.
Ma… pericolo! Il signor Biden è abituato a riposare sugli allori, come ha fatto al vertice sui cambi climatici appena concluso. Possono sorprenderlo alle spalle.
Ecco perché gli allievi degli anonimi eroi cubani, come i Cinque e il dottor “Fernando”, quelli delle centinaia di migliaia di coraggiosi dell’internazionalismo, quelli dei combattenti delle istituzioni della tranquillità cittadina e delle FAR, quelli degli uomini e delle donne della Brigata di Frontiera, e quelle del popolo con la guardia in alto in strada, sono oggi più insonni che mai.
Questa e nessun’altra è la vera verità. Basta seminare termiti nella memoria di un intero popolo. Mambrú forse non è mai andato in guerra. E se “andò”, nessuno lo vide tornare.
Il tic tac suona forte e chiaro a favore della stragrande maggioranza dei cubani. Con un po’ d’amore e con la fiducia di sempre, con o senza il blocco, Cuba avrà, prima o poi, con la sua Rivoluzione socialista rafforzata, il futuro migliore che si merita. Certo che sì si può!
Fonte: CUBADEBATE
Traduzione: cubainformazione.it
Forte e arrabbiato è giustissimo questo articolo che con tutte le ragioni si è espresso in questo giorno contro lo sporco imperialismo che infesta e domina gran parte del mondo. Coerentemente si è parlato di quella faccia del genere umano che è Donald Trump e soci, che già definirli esseri umani è davvero difficile… ma siccome definirli animali sarebbe una grave ingiustizia verso queste splendide creature che spesso hanno molto da insegnare a noi uomini… quindi quale categoria resta per includere Trump e soci ? DEMONI… questi esseri di cui per altro potrebbe essere discussa
l’ esistenza , sono comunque il miglior paragone, in quanto sono assimilabili all’ ESSENZA STESSA DEL MALE… In questo senso Trump e soci potrebbero essere i migliori rappresentanti di categoria… Poi si è parlato di Biden dimostratosi un insipido ma scaltro politico che per mantenere un potere che non gli scaturirebbe sicuramente dal effetto sulla popolazione per il suo vile e opportunista modo di governare fatto per non contrastare troppo apertamente i fascisti della destra americana… sicuramente non è il Democratico che afferma di essere. TUTTI GLI ARGOMENTI TRATTATI trovano il mio assoluto consenso e sostegno… Ma particolarmente importante ed entusiasmante ho trovato quella sorta di ” RISVEGLIO ” che si sono dati nella classe governativa Cubana alla quale vorrei inviare il mio assoluto sostegno e vicinanza emotiva… SE FOSSE POSSIBILE VORREI ABBRACCIARLI FISICAMENTE. Occorre essere realisti in qualsiasi parte del mondo, qualsiasi governo
di qualsiasi tendenza prima o poi hanno avuto la tendenza a sedersi… succede… siamo tutti esseri umani… Occorre davvero lo spirito di giovani pieni di forza di volontà… Questa nuova classe politica sta raccogliendo il grido di sofferenza del povero e martoriato popolo CUBANO… Seppure sempre un GRANDE POPOLO… però come giustamente è stato menzionato in questo articolo veramente sono troppe le sofferenza che hanno subito… Queste meraviglie persone sono state è continuano ad essere un esempio di tenacia e coerenza, ma purtroppo ancora vessate da UN CRIMINALE BLOCCO che massacra l’ economia del paese… e della terribile pandemia che ha oltre a tutto… ha dato un tremendo colpo al turismo…. Insomma… Realmonte sembra che la sorte si accanisca verso Cuba.
Ma ho piena Fiducia in questo grande popolo e nel loro grande governo…
IL MIO è UN GRANDE ABBRACCIO DI CUORE A TUTTA CUBA.. E VIVO CON GRANDE APPRENSIONE QUESTO TERRIBILE PERIODO AL FIANCO DEI MIEI FRATELLI CUBANI. CON TUTTO IL CUORE AL VOSTRO FIANCO FRATELLI.