La spada di Bolívar per l’America Latina
Allarme che la spada di Bolívar sta percorrendo l’America Latina… Così inizia uno dei versi della canzone Donde duerme el chamán, eseguita da La Raíz con Toni Mejías dei Los chikos del maíz. E sembra che dopo un periodo turbolento, il Liberatore comincia a camminare di nuovo sul continente.
Dopo il colpo di stato contro il presidente Zelaya in Honduras, le azioni legali contro Lula e Dilma in Brasile e contro Correa in Ecuador, il tradimento di Lenín Moreno, l’arrivo al potere di Macri in Argentina o il colpo di stato in Bolivia contro il presidente Morales facevano presagire giorni bui per l’America Latina in cui la speranza e la luce sembravano in pericolo di essere spente.
Fortunatamente, il Venezuela ha continuato a resistere nonostante la perdita dell’Assemblea Legislativa e l’autoproclamazione del burattino Guaidó. E Cuba, la piccola isola, è rimasta il tormento per gli Stati Uniti, che, nonostante il mantenimento del criminale blocco, non è stato in grado di ottenere una vittoria sul popolo cubano.
Ora la luce che illuminava il continente è di nuovo splendente. Venezuela, Cuba e Nicaragua rimangono irremovibili. Il Messico, con López Obrador, continua a fare passi da gigante. La Bolivia, con a capo il presidente Arce, ha ribaltato il colpo di stato in undici mesi. Il Perù volge a sinistra con il professor Castillo. In Argentina il duo Fernández, Alberto e Cristina, sta cercando di invertire il disastro delle politiche neoliberali di Macri. Ancora una volta le nullità di cui parlava Galeano sono di nuovo qualcuno, hanno una voce e sono rispettate.
L’ultima fiamma ad essere accesa è stata quella dell’Honduras. Dodici anni dopo il colpo di stato contro Zelaya e sei anni dopo l’assassinio di Berta Cáceres, la sinistra è tornata al potere con la prima presidente donna del paese, Xiomara Castro de Zelaya, che ha proclamato appena annunciata la sua vittoria: “Fuori la guerra, fuori gli squadroni della morte, fuori la povertà”. Dopo dodici anni di governi corrotti, legati al traffico di droga e alle elezioni manipolate.
E si spera che il recupero del continente continui con i trionfi di Boric in Cile, Petro in Colombia e Lula in Brasile, rendendo così ancora più reale un’altra delle strofe della meravigliosa canzone che è una dichiarazione di principi:
L’America Latina comincia finalmente a camminare. Indipendente dall’impero occidentale e senza essere schiavo della Banca Mondiale e del FMI, seguendo l’eredità di Bolívar e Martí. Un popolo dignitoso è un popolo libero e se è oppresso, si sentirà un rumore di sciabole. Un popolo senza paura è la cosa più spaventosa perché i principi non sono negoziabili…
Fonte: mundo obrero
Traduzione: italiacuba.it