Qual era il paese meglio preparato per una pandemia?
Il Parlamento Europeo ha approvato, in tre anni, quattro risoluzioni contro il governo cubano per presunte violazioni dei diritti umani, accompagnate dal successivo bombardamento mediatico.
Neppure una contro il governo della Colombia dove, solo quest’anno, ci sono stati 92 massacri e l’assassinio di 168 dirigenti sociali. Un recente rapporto delle Nazioni Unite denuncia 63 morti e 60 casi di violenza sessuale, la maggior parte per mano della forza pubblica, nelle proteste di aprile in Colombia. Paese dove “554000 bambini sotto i cinque anni soffrono di denutrizione cronica” (4). Ma è Cuba, libera da massacri, da violenza estrema della poliziae – secondo l’Unicef - unica nazione dell’America Latina senza grave denutrizione infantile, quella segnalata dal Parlamento Europeo.
Che neppure ha condannato il governo uscente del Cile, la cui polizia ha causato, nelle proteste del 2019, 460 vittime per traumi oculari. Pochi giorni fa si è suicidata uno di loro, il giovane Patricio Pardo, che aveva perso un occhio. Ora immaginate la dimensione mediatica di questo suicidio se si fosse trattato di un “dissidente” di Cuba.
Altri fatti di coerenza dall’élite politica europea. A novembre, giorni dopo aver celebrato l’anniversario della caduta del Muro di Berlino, dodici governi hanno chiesto di costruire un muro per fermare l’emigrazione, al confine della Polonia con la Bielorussia. Nell’Europa che ci annoia con le sue lezioni di “libertà di stampa”, il satellite Eutelsat cancellava, pochi giorni fa, il segnale del nuovo canale Russia Today (RT) in lingua tedesca, per ordine del governo… tedesco. Giorni prima era stato rimosso dalla piattaforma YouTube. Il fatto è che lo spazio che questo canale russo offre alle voci alternative al pensiero unico occidentale è già diventato… troppo pericoloso.
Notizie di cubani/e nel “capitalismo che funziona”. A fine novembre, la cantante cubana DayamiLozadaera assassinata a Cancun (Messico) dove, secondo la stampa locale, si registrano una ventina di omicidi a settimana. Se fosse accaduto a Cuba, di chi sarebbe la colpa? Del socialismo, naturalmente. L’ex giocatore di baseball cubano ÓscarMacías che, dopo essere stato sanzionato dalle autorità sportive dell’isola nel 2003, è emigrato negli USA in zattera, oggi mendica per le strade… dall’Avana? No, di Miami. Il cantante cubano di reggaeton,Chocolate MC, che, a settembre, ha pubblicato una canzone in cui insultava il presidente Miguel Díaz-Canel, oggi si trova in una prigione della Florida per violenza machista. Tanto machista e degradante come i videoclip di questo rappresentante della “dissidenza musicale cubana” made in Miami. Infine, ricordare il caso di Rodel Aguilera-Mederos, camionista cubano condannato negli USA a 110 anni di carcere! per un incidente causato da un guasto tecnico al suo camion. È lo “stato di diritto” che –ci ripetono – non esiste… a Cuba.
Negli USA, con solo il 4% della popolazione mondiale, ci sono il 40% di tutte le armi in mano ai civili: 120 ogni 100 abitanti. Risultato: ci sono 43000 morti all’anno per questa causa. E la National Rifle Association si occupa di finanziare coloro che, dal Congresso, difendono che tutto rimanga lo stesso. Tra questi, legislatori “cubano-americani” come Marco Rubio, Carlos Curbelo e Mario DíazBalart. Gli stessi che promuovono il blocco e chiedono un intervento a Cuba. Affinché, un giorno, in questo paese, possano esserci tante morti per armi da fuoco quante negli USA.
Lì, nella città di San Francisco, è stato dichiarato lo stato di emergenza nel quartiere centrale di Tenderloin dopo che, quest’anno, sono morte 600 persone per overdose di fentanyl e per l’alto numero di aggressioni e sparatorie. Leggiamo che “il sistema non funziona”? Ora, immaginiatechesi trattasse di Holguín o L’Avana…
A proposito, secondo Google, a Cuba –un paese del cosiddetto Terzo Mondo e sotto blocco – c’è un’aspettativa di vita più alta che negli USA. Che sono stati superati anche dalla Cina dove, nel 1960, si viveva in media 26 anni in meno rispetto agli USA.
Nel 2019, il “Global Health Security Index”, elaborato da squadre di esperti legati al Johns Hopkins Center for Health Security e a The Economist, classificava gli USA come il paese meglio preparato al mondo ad affrontare una pandemia. Fino a quando non è arrivata tale pandemia. E nel “paese meglio preparato” sono già morte 817mila persone, quasi quattro volte di più –in proporzione- che in quella piccola isola a cui gli USA limitano l’accesso a medicinali e forniture mediche. E che oggi ha il più basso tasso di mortalità per Covid-19 di tutta l’America: Cuba. Quale sistema era quello che “non funziona”?
Fonte: Cubainformación