Paradossi del negazionismo
Ci sono negazionismi che si basano sull’ignoranza e negazionismi che sono l’ultimo ridotto di alcune persone per nascondere il loro carattere indegno. Ciascuno concluda, a suo parere, a quale gruppo appartengono coloro che ripetono, più e più volte, che “il blocco non esiste”.
Il negazionismo, come posizione ideologica, ha molti aspetti. Ci sono, ad esempio, coloro che negano l’evoluzione, o per motivi religiosi o perché non riescono a capire che tutti noi esseri umani abbiamo come antenati le scimmie. C’è anche chi nega il cambiamento climatico e bollano come “apocalittici” gli scienziati e specialisti che avvertono, ripetutamente, del graduale impoverimento (sempre più accelerato) della nostra “unica e inquinata nave spaziale”: la Terra.
Non molto tempo fa, una piattaforma di streaming USA ha pubblicato un film intitolato Don’t Look Up (Non guardare in alto), in cui due scienziati cercavano di salvare il pianeta da un imminente cataclisma proveniente dallo spazio siderale, ma trovavano solo orecchie sorde da parte delle autorità e del pubblico in generale. Era più facile e semplice dire che non era vero.
Il terrapiattismo, a sua volta, è una curiosa forma di negazionismo: di fronte alla schiacciante evidenza che il nostro globo è … beh, un globo, di forma sferica (appiattita ai poli e sporgente dall’Equatore, come si recitava alla scuola elementare), i terrapiattisti si rifugiano in teorie complottiste. Le foto scattate dalle stazioni orbitanti sono false, grossolani montaggi; tutti gli astronauti ei cosmonauti, da Yuri Gagarin e Neil Armstrong, sono burattini di una elaborata messa in scena; quelle navi che affondano all’orizzonte stanno solo scendendo un pendio.
L’evoluzione, la forma del pianeta, il riscaldamento globale, sono tutti argomenti sui quali c’è consenso scientifico e una quantità schiacciante di prove a favore; supportati da argomenti razionali, non con pregiudizi o cospironoia. Ma le scienze naturali hanno un grado di certezza difficilmente (se non impossibile) da raggiungere in politica, dove, come tutte le costruzioni culturali, i referenti sono sempre mutevoli e condizionati da infinite variabili. È più facile convincere una persona che l’inquinamento sta distruggendo il pianeta che convincerla che è il modo in cui ci organizziamo come società, in cui gerarchizziamo i rapporti di produzione e distribuzione di risorse e prodotti, la conditio sine qua non di quella distruzione planetaria.
Tuttavia, ci sono questioni politiche su cui sembra esserci un consenso molto maggiore, quasi unanime. Ogni anno, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, viene approvata una risoluzione chiamata ‘Necessità di porre fine al blocco USA contro Cuba’, che ha il voto favorevole di tutta la comunità internazionale, ad eccezione di USA, Israele e qualche altro fantoccio di turno. Sembra che, come per l’evoluzione o la forma del pianeta, è proprio degli esseri irrazionali negare tale “necessità”. E, tuttavia, esistono negazionisti del blocco.
Lo chiamano “embargo”, forse per addolcire il termine, e addirittura si infastidiscono quando qualcuno parla di “blocco”, giungendo a dare lezioni come dilettanti giuristi. Negano che sia l’ONU a ratificare, ogni anno, il termine “blocco”… Di quale maggior sostegno formale hanno bisogno? Parlano di un presunto “blocco interno”, come se potessero equiparare le nostre deficienze amministrative (che sarebbe altrettanto irrazionale negarle) con un atto deliberato e sistematico, che va avanti da più di mezzo secolo, e che non ha alcun confronto nella storia universale. Se fossero veramente equivalenti, il Governo cubano dovrebbe essere il più inefficiente mai visto sulla faccia della Terra… e come un governo così negligente sopravvive ad un blocco tanto ferreo? Paradossi del negazionismo.
I peggiori, i più irrazionali, sono quelli che, in modo chiaro e semplice, affermano che il blocco è un’altra scusa della “dittatura”. Quanto sarebbe facile toglierci la scusa…! E c’è, naturalmente, coloro che negano che il blocco danneggi il popolo cubano, che unicamente minacci gli interessi di “militari e burocrati”. A questi sarebbe bene consigliargli che si informassero sulla recente multa che ha dovuto pagare Airbnb, una piattaforma digitale utilizzata da proprietari privati per promuovere e concretizzare contratti d’affitto per le proprie case. Curioso modo di aiutare il popolo!
Ci sono negazionismi che si basano sull’ignoranza e negazionismi che sono l’ultimo ridotto di alcune persone per nascondere il loro carattere indegno. Ciascuno concluda, a suo parere, a quale gruppo appartengono coloro che ripetono, più e più volte, che “il blocco non esiste”.
Fonte: Granma
Traduzione: cubainformazione.it