È iniziato come un contratto d’affitto e gli Stati Uniti lo hanno trasformato in un’usurpazione
Da sempre i vicini del nord, nel loro piano espansionista, contemplarono di impossessarsi di Cuba, in qualsiasi modo, per la sua posizione strategica. Non per niente chiamavano l’Isola “la chiave del Golfo”, tanto era l’importanza che i governanti dell’impero attribuivano a questo piccolo territorio insulare.
L’ultimo chiodo mancante per sigillare la bara dove si seppelliva la sovranità di una parte del territorio cubano, fu inchiodato dal presidente Tomás Estrada Palma, il 16 febbraio 1903, quando firmò con gli USA l’accordo di locazione attraverso il quale quel paese avrebbe stabilito, in territorio cubano, stazioni carbonifere o navali.
Da sempre i vicini del nord, nel loro piano espansionista, contemplarono impossessarsi di Cuba, in qualsiasi modo, per la sua posizione strategica. Non per niente chiamavano l’Isola “la chiave del Golfo”, tanto era l’importanza che i governanti dell’impero attribuivano a questo piccolo territorio insulare.
L’occasione si presentò, o meglio, si preparò con l’esplosione della corazzata USS Maine, nella baia dell’Avana, che fu, tra l’altro, il pretesto per l’intervento USA nella guerra che Cuba stava conducendo contro il colonialismo spagnolo.
Non a caso l’intervento militare si produsse in quel preciso momento. Sapevano benissimo che l’Esercito di Liberazione, che per 30 anni aveva combattuto contro le truppe spagnole, di gran lunga superiori in armi e uomini, stava per vincere. Era solo questione di tempo.
Né fu per caso che nelle prime elezioni, quelle del 1900-1901, fosse eletto presidente Tomás Estrada Palma, contro il prestigioso e venerabile combattente indipendentista, il Maggiore Generale Bartolomé Masó Márquez, che ritirò la sua candidatura, offeso dalla frode nel processo elettorale.
Estrada Palma era il candidato favorito del governo USA, figura ben nota nel nord. Assieme a José Martí, delegato del Partito Rivoluzionario Cubano, svolse compiti di organizzazione politica a New York, e quando l’Apostolo cadde in combattimento, a Dos Ríos, Estrada Palma riuscì a farsi nominare Delegato.
Tuttavia, nascose molto bene il suo pensiero conservatore, la sua mancanza di fiducia nel popolo cubano, la sua sfiducia che l’Esercito di Liberazione potesse ottenere la vittoria contro la Spagna, e la sua eccessiva fiducia nel governo USA, tanto da avvicinarlo all’ annessionismo.
In qualità di Delegato di Cuba all’estero, agì in modo collaborazionista con il governo USA e arrogante con quello cubano. Estrada Palma si arrogava costantemente il diritto di prendere decisioni che corrispondevano solo al Consiglio di Governo, che lui disinformava. Inoltre, ignorava Máximo Gómez come Generale in Capo dell’Esercito di Liberazione, tra le altre violazioni.
Il Partito fondato da Martí, finita la guerra, dovette trasferirsi in terra cubana per continuare l’opera iniziata dal Maestro; tuttavia, Estrada Palma unilateralmente, irresponsabilmente e senza consultazione lo sciolse. Poi avrebbe avuto ugual sorte il giornale Patria.
Ecco perché non sorprende che, durante il suo mandato come presidente di Cuba, siano stati firmati il Trattato di Reciprocità Commerciale, il Trattato sulle Relazioni Permanenti e gli Accordi di concessioni territoriali per basi navali o carbonifere.
Poche ore prima dell’inizio della guerra ispano-cubano-nordamericana, il 19 aprile 1898, il Congresso USA approvò la Joint Resolution Risoluzione Congiunta, che stabiliva quanto segue: “il popolo di Cuba è e di diritto deve essere libero e indipendente” e aggiungeva che gli USA “non hanno alcuna intenzione né desiderio di esercitare a Cuba sovranità, giurisdizione o dominio, tranne che per la pacificazione dell’isola e afferma la sua determinazione, quando ciò fosse raggiunto, di lasciare il governo e sovranità al suo proprio popolo”.
Nel Trattato di Parigi, firmato dalla Spagna e dagli USA in quella città, il 10 dicembre 1898, senza la presenza di Cuba, si conveniva che “per tutta la durata della sua occupazione (gli USA) si sarebbero assunti e adempiere agli obblighi che, per il fatto di occuparlo, impone il Diritto Internazionale per la protezione delle vite e dei beni…».
E nel suo articolo xvi stabilì che: «qualsiasi obbligazione accettata in questo Trattato dagli USA nei confronti di Cuba, è limitata alla durata della sua occupazione su quell’isola, ma al terminare detta occupazione, consiglieranno il Governo che si stabilisca in essa che accetti le stesse obbligazioni…”.
Così, il 25 luglio 1900, fu lanciato l’appello alla Convenzione Costituente per redigere una Costituzione, la cui stesura fu completata all’inizio del 1901. Tuttavia, il Congresso USA approvò, il 2 marzo 1901, la legge delle Spese dell’Esercito USA, a cui fu inserito un emendamento un emendamento affinché fosse annessa come appendice alla Costituzione cubana: l’Emendamento Platt.
Unilateralmente e arbitrariamente, gli USA saltava quanto concordato nella Risoluzione Congiunta e nel Trattato di Parigi, per imporre nella Convenzione Costituente del 1901 l’emendamento Platt, che tradiva la lettera e lo spirito di entrambi i documenti. Se non approvato, l’occupazione militare sarebbe rimasta.
Articolo VII dell’Emendamento Platt: “Che per consentire agli USA di mantenere l’indipendenza di Cuba e proteggerne il popolo, nonché per la propria difesa, il governo di Cuba venderà o affitterà agli USA le terre necessarie per il rifornimento di carbone o stazioni navali in determinati punti che saranno concordati con il Presidente USA”.
A tal fine avevano selezionato le baie di Cienfuegos, Nipe, Guantánamo e Honda. Ma all’epoca decisero per Guantanamo, vista la sua posizione strategica.
Si è cercato di ignorare che un “affitto” ha carattere temporaneo. Ecco perché la sua atemporalità e la sua pretesa perpetuità, tra altre violazioni legali, sono illegali.
Quando, il 16 febbraio 1903, il presidente Tomás Estrada Palma firmò l’Accordo di locazione con gli USA, la sua mano non tremò. Era consapevole del danno che avrebbe causato alla sovranità di Cuba l’installazione di una base navale straniera nel suo territorio. E così è avvenuto.
Fonte: Granma
Traduzione: cubainformazione.it