Brigate mediche cubane in Italia, ponti di collaborazione scientifica

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Il tempo passa e l’immagine di un convoglio di camion militari che trasportano decine di bare da Bergamo agli inceneritori di altre città italiane il 18 marzo 2020 è ancora scioccante.

Un triste messaggio al mondo della tragedia in cui era precipitata l’Italia, colpita come nessun altro paese in quel momento dall’emergenza sanitaria che si era rapidamente trasformata in pandemia.

Quattro giorni dopo una scena così scioccante, una brigata di 52 operatori sanitari cubani è arrivata a Crema in risposta a una richiesta del governo della regione Lombardia, con un ruolo importante dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italo-Cubana (Anaic).

I 36 medici, 15 infermieri e uno specialista di logistica, membri del contingente internazionale Henry Reeve di medici specializzati in situazioni di catastrofe ed epidemie gravi, hanno lavorato per due mesi in un ospedale da campo costruito sul terreno dell’ospedale principale della città.

Nelle dichiarazioni a Prensa Latina, il sindaco, Stefania Bonaldi, ha sottolineato il modo in cui l’epidemia si è diffusa in questa città di circa 34.000 abitanti, dopo la comparsa del primo focolaio nella vicina Codogno il 21 febbraio.

Questo “ha generato un enorme carico sull’ospedale nelle settimane successive e un alto tasso epidemiologico nel territorio”, rendendo la provincia di Cremona quella con la più alta densità di persone infette nel paese, con una media di 1,44 ogni 100 abitanti.

L’aiuto cubano è arrivato in “un momento di incertezza e pericolo senza precedenti” e si è rivelato “una medicina efficace”, ha detto Stefania Bonaldi dell’arrivo dei medici, pur riconoscendo la situazione insostenibile di un “ospedale sotto assedio”, incapace di far fronte al numero di pazienti.

I medici cubani, ha detto, sono stati il motore del recupero perché il loro aiuto ha portato ad atteggiamenti di maggiore positività, solidarietà e vicinanza. “Erano molto calmi e abituati a gestire le emergenze, estremamente sereni e tranquilli, non hanno mai perso la calma.

Due mesi dopo, nella piazza centrale della cattedrale di Crema, all’addio ai collaboratori, Bonaldi disse a tutti loro: “Eravamo naufraghi e sono venuti in nostro soccorso senza chiederci come ci chiamavamo e da dove venivamo. Dopo mesi di lutto, angoscia e dubbi, ora vediamo la luce”.

Emanuela Nichetti, segretaria di Cultura e Turismo del comune, in un’intervista telefonica con Prensa Latina, ha detto: “ci siamo sentiti sollevati quando è arrivata la brigata medica cubana” perché “eravamo al limite delle nostre forze”.

Allo stesso modo, le autorità lombarde, e in particolare il governatore, Attilio Fontana, hanno apprezzato l’aiuto fornito dai professionisti sanitari della più grande delle Antille “in una situazione così difficile”.

“Sono stati i primi ad accogliere la nostra richiesta di aiuto e gli ultimi a tornare a casa”. Grazie”, ha scritto Fontana su Facebook.

Qualcosa di simile accadde a Torino, nel vicino Piemonte, dove 21 medici, 16 infermieri e un coordinatore logistico arrivarono il 13 aprile dello stesso anno durante il peggio della pandemia in un ospedale temporaneo allestito in un emblematico complesso culturale.

L’ambasciatore di Cuba in Italia all’epoca, José Carlos Rodríguez, spiegò che questa “nuova azione di collaborazione cubana con l’Italia” rispondeva “a una richiesta del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio”, basata sull’esperienza positiva dell’altra brigata.

Tutto ciò spiega l’opinione di molti che i legami ancora più stretti tra l’Italia e Cuba, e in particolare tra l’isola e la regione Piemonte, abbiano la loro genesi nelle brigate mediche.

Nasce così un legame più stretto, ora consolidato con Soberana Plus Torino, uno studio clinico congiunto tra l’Instituto Finlay de Vacunas dell’Avana e l’Ospedale Amedeo di Savoia del capoluogo piemontese.

L’Agenzia per gli Scambi Culturali ed Economici con Cuba (Aicec), in coordinamento con l’Ambasciata d’Italia all’Avana e l’Ambasciata di Cuba a Roma, ha avuto un ruolo importante nella gestazione e organizzazione del progetto.

Alla fine del processo, Prensa Latina ha intervistato il direttore dell’Azienda Sanitaria Locale Città di Torino, Carlo Picco, che ha ricordato l’arrivo del contingente di collaboratori nel periodo più difficile della pandemia.

L’arrivo del contingente cubano è legato al periodo più critico della prima fase pandemica, avevamo avuto una situazione molto importante in città con i nostri ospedali molto occupati per affrontare questo evento e abbiamo pensato di attivare un ospedale temporaneo in un luogo simbolico, ha detto.

Tuttavia, ha aggiunto, in quel momento, un pò per il contagio, un pè per la necessità di impiegare nuove risorse, non avevamo abbastanza personale per farlo funzionare.

La presenza della brigata cubana è stata una “carta vincente” per l’apertura dell’ospedale, che è stato costruito in una settimana con “un alto livello di tecnologia” e “molto valore simbolico e architettonico”, ha detto.

L’ospedale temporaneo di 92 posti letto, compresi quattro letti di terapia intensiva, è stato allestito in un’area dell’ex complesso industriale Oficina Grandes Reparaciones (OGR), che nel 2017 è diventato un centro di eventi e uno spazio per l’arte e la cultura in generale.

Picco ha sottolineato la sinergia raggiunta tra i professionisti cubani e torinesi, che sono stati rapidamente integrati per “curare circa 150 pazienti e recuperarli in un’atmosfera e uno spirito di cooperazione che è veramente speciale, multinazionale”.

“La sinergia, la collaborazione, la tessitura di legami, se vogliamo la simpatia e la fiducia reciproca nata da questa cooperazione all’OGR, ha permesso anche lo sviluppo delle relazioni scientifiche tra i due paesi”, ha sottolineato.

Noi, ha detto, siamo felici di sostenere lo studio su un vaccino cubano in collaborazione con l’ospedale Amedeo di Savoia, i cui risultati saranno “certamente positivi e rassicuranti” per quanto riguarda l’efficacia del preparato.

Il principale leader del settore sanitario torinese ha apprezzato che l’Italia si trova ora in un contesto epidemiologico di rapido declino del picco pandemico, in cui ha ritenuto necessario e più importante che mai tenere alta la guardia, anche sulla copertura vaccinale della popolazione.

Fonte: Prensa Latina

Traduzione: italiacuba.it

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