Un cordone sanitario contro il blocco a Cuba

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Qualsiasi alleggerimento – per quanto minimo – delle sanzioni su Cuba è senza dubbio positivo. Ancor di più se provoca grida disperate contro le “concessioni unilaterali”, la “resa” e il “tradimento della causa della libertà” da parte dell’ultradestra di Miami. Contro i quali dovrebbe essere istituito un cordone sanitario internazionale. Un cordone sanitario che isoli anche le organizzazioni europee che, finanziate dagli Stati Uniti, sostengono questa violazione del diritto umanitario internazionale, questo atto di guerra economica e tentativo pianificato di genocidio che è il blocco statunitense contro il popolo cubano.

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación – Il dialogo Cuba-USA durante l’amministrazione Obama è durato due anni. In quel periodo, un pacchetto minimo di licenze e alcune misure per alleggerire il blocco hanno portato a un visibile miglioramento dell’economia dell’isola. Cuba viveva un periodo di sollievo. E le scommesse sul blocco erano disapprovate.

Ma è arrivato Donald Trump e il suo patto con il senatore Marco Rubio ha imposto una nuova agenda di sofferenza alla popolazione cubana. L’impatto di duecento nuove sanzioni è stato aggravato dalla pandemia, che ha azzerato le entrate derivanti dal turismo e dalle esportazioni. Il cocktail di difficoltà ha portato alle proteste dell’11 luglio. Oggi sono l’argomento utilizzato da alcuni media per sostenere le misure di forza degli Stati Uniti contro Cuba, con il popolo cubano in ostaggio.

Uno di questi è il quotidiano spagnolo ABC. Secondo il giornale, il recente annuncio dell’amministrazione Biden di revocare alcuni divieti su voli, visti e rimesse a Cuba significherebbe “aprire la mano alla dittatura castrista”. Nel caso del Venezuela, ha denunciato che “Biden revoca le sanzioni a Maduro senza precondizioni”. Cosa sostiene dunque ABC? Il diritto imperiale di imporre l’assedio al popolo cubano e venezuelano – privandolo di cibo, carburante o medicine – finché i loro governi non accetteranno le “precondizioni” della Casa Bianca.

L’ABC agisce quindi come strumento di propaganda bellica, nella linea classica dei media di Miami. Una di queste, Telemundo, ha affermato che “Biden ha deciso di allentare le sanzioni alla dittatura cubana”. Un altro, il “Diario Las Américas”, ha affermato che “ha allentato le sanzioni sul regime repressivo di Cuba” e che Obama ha realizzato “un riavvicinamento con il regime comunista dell’Avana in cambio di nulla”. La stessa idea: la punizione del popolo non dovrebbe essere revocata se non “in cambio” di concessioni politiche.

Le misure di Biden hanno provocato la rabbia delle redazioni di Miami. Il “Diario Las Américas” si è spinto fino a includere la parola “dittatura” tre volte in una sola frase. Leggiamo: “la dittatura (uno) ha tenuto prigionieri politici nelle segrete della dittatura (due), una situazione che è peggiorata perché la dittatura (tre) ha imprigionato più oppositori”. È chiaro o ripetiamo “dittatura”?

Da parte loro, i media “progressisti” esagerano l’impatto della presunta “revoca” o “alleggerimento” delle sanzioni contro Cuba: “Sembra che il disgelo sia iniziato”, ha dichiarato l’esultante quotidiano “El País”. La verità è che le misure sono molto tiepide, quasi nulla. Cuba non può ancora commerciare, i prezzi delle sue importazioni sono gonfiati, i suoi trasferimenti sono intercettati, i suoi investimenti sono perseguitati, il turismo statunitense è vietato e i prestiti per lo sviluppo sono negati, per citare solo una parte dell’assedio imposto.

La stampa liberale statunitense, così sensibile alla questione delle “libertà”, tace quando il suo governo le viola per colpire Cuba. Il Washington Post ha pubblicato un ampio reportage sulle misure citate, senza fare la minima analisi critica dei divieti di viaggio che mantengono. Ricordiamo che il turismo e i viaggi individuali degli americani a Cuba continuano a essere vietati. E solo pochi viaggi di gruppo sono autorizzati, sotto il controllo di un “commissario politico” e con l’obiettivo dichiarato di influenzare e intervenire nella società cubana.

“Faremo certamente in modo che il viaggio abbia uno scopo”, ha assicurato il governo statunitense: sostenere “la società civile a Cuba” e promuovere la sua “indipendenza dalle autorità cubane”, perché “gli americani sono i migliori ambasciatori dei valori democratici”.

In ogni caso, qualsiasi sollievo – per quanto minimo – dalle sanzioni è senza dubbio positivo. Ancor più se provoca grida disperate contro “concessioni unilaterali”, “resa” e “tradimento della causa della libertà” da parte dell’ultradestra di Miami. Contro i quali dovrebbe essere istituito un cordone sanitario internazionale.

Un cordone sanitario che isoli anche le organizzazioni europee che, finanziate dagli Stati Uniti, sostengono questa violazione del diritto umanitario internazionale, questo atto di guerra economica e tentativo pianificato di genocidio che è il blocco statunitense contro il popolo cubano.

Fonte: Cubainformación

Traduzione: italiacuba.it

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