Il Presidente cubano ha elogiato il coraggio del rivoluzionario Camilo Cienfuegos
Il Presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha accennato oggi al tributo dedicato alla memoria del rivoluzionario Camilo Cienfuegos, che ha descritto come un comandante esemplare e una sintesi di lealtà, coraggio e cittadinanza cubana.
Dal suo profilo Twitter, il leader della nazione caraibica ha ricordato la tradizionale cerimonia in omaggio all’eroe di Yaguajay, che consiste nel gettare fiori nel mare, nei fiumi o nei laghi della geografia nazionale, in memoria della sua morte il 28 ottobre 1959.
Da parte sua, il primo ministro dell’isola, Manuel Marrero, ha evocato le parole del leader Fidel Castro riferendosi al Signore dell’Avanguardia: “era un uomo che amava le difficoltà, sapeva affrontarle ed era capace di compiere imprese nelle circostanze più incredibili”.
Il presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, Esteban Lazo, ha definito Cienfuegos come un esempio di onestà, dedizione alla Rivoluzione e fedeltà alla patria, temi che sono un paradigma per generazioni di cubani e ha assicurato che “ci sono molti Camilo tra il popolo”.
Allo stesso modo, il Ministro dell’Istruzione, Ena Elsa Velázquez, ha valorizzato l’impatto storico del combattente, uno degli 82 spedizionieri dello yacht Granma, uno dei primi a unirsi alla guerriglia nella Sierra Maestra e una figura essenziale nella sconfitta del dittatore Fulgencio Batista.
Il Ministero della Giustizia ha sottolineato sul suo profilo Twitter che la scomparsa di Cienfuegos ha segnato uno dei capitoli più dolorosi della storia del Paese caraibico, con la ricerca via terra, aria e mare del fidato compagno di Fidel.
Camilo, nato il 6 febbraio 1932 all’Avana, era anche al comando della Colonna n. 2 Antonio Maceo, con 92 combattenti, protagonista della trionfale invasione guerrigliera a ovest, insieme alla Colonna n. 8 Ciro Redondo, comandata dal Che.
Vamos, Camilo
Frammento del poema Camilo, di Nicolás Guillén
Duerme, descansa en paz – dice la mansa
costumbre de las flores, la que olvida
que un muerto nunca descansa
cuando es un muerto lleno de vida.
Ahí viene, avanza el río
de su barba serena.
Suena su voz, su permanente voz resuena,
arde en la patria pura un gran fulgor de estío.
Se oye ¡Partir!, que ordena
y partimos. ¡Avanzar!, y avanzamos.
Todos lo mientan, dicen:
– Puño de piedra, resplandor de paloma,
el aletear del corazón te damos;
oh joven padre, toma
nuestra violenta sangre en peso: ¡Vamos!
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