Cuba. Perché denunciamo il blocco?
Lo denunciamo nel bel mezzo di una crisi economica acuta, prima di tutto, perché si possono fare molte interpretazioni al riguardo, ma la prima è che si tratta di una crisi indotta dal terrorismo economico che abbiamo subito dal gennaio 1959. I dilemmi politici, sociali, ideologici, culturali e soggettivi presenti a Cuba hanno come sfondo una carenza che si protrae da decenni.
Lo denunciamo perché vogliono che sia dimenticato, in modo da poter attribuire tutti i nostri limiti al presunto fallimento del socialismo come alternativa, ed è nostra responsabilità storica dire ai popoli del mondo che il socialismo non è cresciuto ad oltranza qui perché ha dovuto affrontare ogni tipo di ostacolo e di violenza, come parte di un’ingiusta agenda interventista.
Lo denunciamo perché l’angoscia, la frustrazione e la disperazione che genera nel nostro popolo, così come i problemi sociali che provoca, vengono sistematicamente utilizzati come parte di una guerra culturale, comunicativa e mediatica contro la nostra nazione.
Lo denunciamo perché vogliono che smettiamo di parlarne quando analizziamo le cause delle nostre contraddizioni, ma noi non commetteremo questo errore. Metteremo sul tavolo i nostri errori nella costruzione del socialismo, ma senza l’ingenuità di credere alla narrazione che le difficoltà che affrontiamo sono dovute a un blocco “interno”.
Lo denunciamo perché è stato intensificato con nuove misure quando il COVID-19 stava colpendo le linee più importanti dello sviluppo economico del Paese.
Lo denunciamo perché in mezzo a recenti disastri naturali e incidenti di immenso costo per Cuba, in primo luogo per la perdita di vite umane, l’aiuto degli Stati Uniti è stato misero rispetto alla solidarietà di altre nazioni sorelle e alle perdite equivalenti a 6.364 milioni di dollari che il blocco ci ha causato solo nei primi 14 mesi dell’amministrazione di Joe Biden.
Lo denunciamo perché non resteremo mai indifferenti di fronte a qualsiasi forma di violenza o ingiustizia contro qualsiasi popolo del mondo e, in questo caso, viene esercitata contro il nostro.
Lo denunciamo per il suo carattere imperialista, perché non riguarda solo Cuba o i cubani che vivono sull’isola, ma molte persone ovunque.
E la cosa più importante di questa ripetuta denuncia è che essa è sostenuta dal mondo. Per questo motivo, non ci stancheremo mai di ringraziare tutti i Paesi che ogni anno ribadiscono la loro posizione contro il blocco alle Nazioni Unite, così come tutti i governi, i movimenti sociali, i collettivi, le organizzazioni e gli individui che ci offrono la loro solidarietà, alzano la voce e ci accompagnano in questa lotta per la vita e la speranza.
Fonte: Granma
Traduzione: cuba-si.ch/it