Cuba è vittima, non carnefice

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Gli Stati Uniti stanno cercando di cambiare la storia delle relazioni con Cuba e di vendersi come vittima della Rivoluzione cubana, quando in realtà il governo yankee ha fatto l’impossibile per impedire il trionfo di Fidel Castro, il che dimostra la menzogna di incolpare le nazionalizzazioni delle aziende yankee come causa del confronto tra le due nazioni.

Il verbale della riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti del 23 dicembre 1958 riporta i criteri dei partecipanti, tra cui il Presidente Dwight Eisenhower e il suo Vicepresidente, il Direttore della CIA, il Segretario di Stato, il Segretario della Difesa e il Procuratore Generale, che hanno discusso la situazione politico-militare a Cuba.

A quel punto, il Segretario della Difesa ha dichiarato:

“Castro è il maggiore dei due mali tra lui e Batista. Gli Stati Uniti dovrebbero sostenere il male minore e procedere contro le basi che sostengono Castro negli Stati Uniti”.

“Secondo Allen Dulles, direttore della CIA, la situazione a Cuba sta peggiorando. Batista non è in grado di intraprendere alcuna azione per migliorare le condizioni, a meno che non si tratti di un’azione militare disperata, per la quale l’esercito non sembra avere il coraggio”.

“Il Vicepresidente ha chiesto se fosse possibile perseguire penalmente le persone che negli Stati Uniti finanziano Castro. Il procuratore generale ha sottolineato che l’azione penale nei confronti dei sostenitori di Castro potrebbe essere più incisiva, se fosse nell’interesse degli Stati Uniti”.

Dulles ha aggiunto: “Dobbiamo impedire la vittoria di Castro”.

“Il segretario Herter ha osservato che l’opinione sembrava unanime nel non appoggiare il regime di Castro, e il presidente Eisenhower ha espresso la speranza di una terza forza, che cresce in forza e influenza, se organizzata attorno a un uomo capace, dotato di finanze e armamenti”.

Con questi elementi, come possono ora pretendere di far credere a chi non conosce questa storia che Cuba sia da biasimare per le azioni del blocco economico, commerciale e finanziario?

Per interrompere l’attuale tendenza a cambiare la storia, messa in atto dai nemici della Rivoluzione cubana, è importante leggere il piano di influenza sovversiva e di reclutamento nei settori prioritari della società cubana, redatto il 14 aprile 1959 dall’Ambasciata degli Stati Uniti all’Avana, da Daniel M. Braddock, Ministro Consigliere dell’Ambasciata e dal capo della stazione locale della CIA, James A. Noel.

L’obiettivo centrale di questo piano, a soli tre mesi dal trionfo, era cercare di isolare Fidel Castro dall’influenza comunista, prova dell’inizio dell’ingerenza negli affari interni di Cuba e delle azioni della CIA per ostacolare lo sviluppo della Rivoluzione, che non riuscirono a impedire.

Tra le misure proposte vi sono:

Stimolare una campagna di stampa sui comunisti in posizioni di rilievo. Denunciare le attività comuniste locali sulla stampa a Cuba, negli Stati Uniti e nel mondo libero.

Rafforzare gli elementi anticomunisti dell’isola per la loro azione contro il comunismo nel governo, nelle forze armate, nei sindacati, nella stampa e nei singoli scrittori, nella radio e nella TV, nei partiti politici e nei gruppi di azione. Nella Chiesa e negli studenti.

Studiare gli obiettivi e i metodi del comunismo e del Movimento del 26 luglio, con l’obiettivo di scoprire eventuali differenze importanti tra loro, al fine di utilizzare ed estendere tali differenze.

Un’altra linea politica su cui iniziarono a lavorare fin da subito fu la costruzione della stima e del prestigio locale e internazionale di figure non comuniste all’interno del governo, tra cui Felipe Pazos, Rufo López Fresquet, Justo Carrillo, Ramón Barquín e altri, nel tentativo di aumentare la loro influenza sulla politica del governo cubano e su Fidel Castro.

La prova che l’OSA è un’organizzazione al servizio degli Stati Uniti si riflette nella misura contenuta in quel piano, di lavorare attraverso l’OSA, le diplomazie locali latinoamericane e con una discreta pubblicità, per far sì che il governo cubano confermi la sua adesione alle risoluzioni di Bogotà, Washington e Caracas sul comunismo.

Senza riposare un minuto nelle sue azioni sovversive contro Cuba, l’11 dicembre 1959 il capo della Divisione Emisfero Occidentale della CIA, J.C. King, invia un rapporto al direttore dell’agenzia, un insieme di misure molto aggressive, in cui afferma senza mezzi termini:

“L’obiettivo degli Stati Uniti è il rovesciamento di Castro entro un anno e la sua sostituzione con una giunta di gradimento degli Stati Uniti, che convocherà le elezioni sei mesi dopo il suo arrivo al potere”.

Tra le misure adottate vi sono:

“Attacchi radio clandestini dai Paesi caraibici, da parte di un gruppo liberale, che lavora a stretto contatto con noi e utilizza cubani per le trasmissioni. Operazioni di disturbo contro la radio e la televisione di Castro, da orchestrare dall’interno dell’isola. Incoraggiare i gruppi di opposizione pro-USA a stabilire con la forza un’area controllata da Cuba.

Il culmine di questo piano CIA è contenuto nella seguente proposta:

“Bisogna prestare molta attenzione all’eliminazione di Fidel Castro. Nessuno dei personaggi vicini a Fidel, come suo fratello Raul e il suo compagno Che Guevara, ha lo stesso carisma con le masse. Molte persone ben informate ritengono che la scomparsa di Fidel accelererebbe notevolmente la caduta dell’attuale governo”.

La storia non può essere cambiata o distorta, Cuba è, dal 1° gennaio 1959, vittima della politica ostile e criminale degli Stati Uniti, solo perché la Rivoluzione non è di loro gradimento.

José Martí aveva ragione quando affermava:

“Niente di più giusto che lasciare le cose della storia al punto di verità.”

Fonte: Cubainformación

Traduzione: italiacuba.it

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