Interpretare il mondo e trasformare la vita sociale

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Il 1° Incontro internazionale delle pubblicazioni teoriche dei partiti e dei movimenti di sinistra si è concluso sabato scorso con una dichiarazione di fronte all’offensiva ideologica, mediatica, politica, economica e militare dell’imperialismo statunitense e dei suoi alleati.

Il 1° Incontro Internazionale delle Pubblicazioni Teoriche dei Partiti e Movimenti di Sinistra – inizialmente previsto per l’ottobre 2022 e rinviato a causa dell’uragano Ian – ha avuto la fortuna di essere riprogrammato nell’ambito del principale evento culturale cubano: la 31ª Fiera Internazionale del Libro Cuba 2023.

A giudicare dal bilancio quantitativo ottenuto dagli organizzatori – un centinaio di partecipanti accreditati, tra cui attivisti sociali, editori, traduttori, accademici e giornalisti – la realizzazione dell’evento ha superato le speranze di coloro che hanno trascorso due intense giornate di dibattito e fratellanza nella sala Che Guevara della Casa de las Américas.

Convocato dalla rivista Cuba Socialista – organo teorico e politico del Partito Comunista di Cuba – l’incontro di pubblicazioni di sinistra ha ricordato l’impronta della Rete di Intellettuali, Artisti e Movimenti Sociali in Difesa dell’Umanità (REDH), creata nel 2003.

In un contesto di accanimento mediatico e di crisi multipolare che ricorda l’epoca in cui Pablo González Casanova diffuse l’appello Alla coscienza del mondo, i delegati dell’Encuentro sono stati pervasi da quegli eventi epici promossi dalla REDH all’inizio di questo millennio. I protagonisti di quell’epoca fondativa dell’intellettualità impegnata condividono con i loro colleghi contemporanei il desiderio di contenere il dominio planetario dei media egemonici, di esaltare l’impatto socio-politico di azioni artistico-culturali con finalità decolonizzanti, di difendere la mobilitazione di intellettuali e artisti come espressione legittima di lotta sociale e di generare una rete di informazione che diffonda contenuti adeguati alla verità e all’obiettività giornalistica.

Nei due giorni di lavori, l’Encuentro ha messo in evidenza il contributo teorico ed esecutivo delle forze politiche di sinistra e dei movimenti sociali di varia natura – ecologisti, femministi, confessionali – alla formazione di un ordine geopolitico in cui prevalgano la pace planetaria, la difesa delle libertà pubbliche e la conquista della giustizia sociale.

In questo senso, il workshop Socialismo e gioventù, moderato da Yoerky Sánchez Cuellar, direttore di Juventud Rebelde, e composto dal professore universitario Marxlenin Pérez Valdés e dall’attivista Manolo de los Santos, ha rispecchiato la congruenza delle idee marxiste e leniniste non solo a livello filosofico ed ermeneutico, ma anche nella loro capacità di convocare e trasformare in un contesto segnato dall’apatia dei cittadini, dal consumismo acritico e dall’inerzia senza speranza.

Di fronte alla questione della capacità di azione e di impegno di una generazione cresciuta sotto il tifo della “fine della storia” e della morte delle ideologie di sinistra, gli astuti relatori hanno dimostrato l’attualità di una formazione politica basata sullo studio dei classici del pensiero culturale – Antonio Gramsci, Michel Foucault, Paulo Freire, Franz Fanon – e sull’azione impegnata sia negli spazi pubblici che nelle reti sociali.

Durante lo spazio di scambio offerto ai delegati, sono stati affrontati in un dibattito aperto alcuni temi importanti, come l’obsolescenza programmata del sistema capitalistico – sia simbolico che di consumo -, la necessità di costruire spazi di svago in cui i giovani non cadano nell’evasione o nell’alienazione, e la condizione irriverente dei nuovi attori della scena socio-politica.

La poesia Qué les queda a los jóvenes di Mario Benedetti, che ha fatto da esordium per la presentazione del suddetto panel, è stata il filo conduttore di ciascuno degli interventi successivi, in cui si è espresso il livello di impegno sociale dei partecipanti nella difesa del multiculturalismo, dell’educazione inclusiva e del pensiero critico.

Tra gli organismi politici e le associazioni che hanno preso parte al dibattito c’erano i rappresentanti dei partiti comunisti di Russia, Argentina e Spagna; gli ammirevoli creatori di pubblicazioni come Diario del Pueblo (Cina), Nueva Hegemonía (Perù) e El Machete (Messico); e istituzioni nazionali di rilievo come il Movimiento Juvenil Martiano, il Centro Martin Luther King e il Centro de Estudios sobre la Juventud.

La giornata conclusiva ha suscitato particolare interesse con la presentazione del libro di Ignacio Ramonet La era del cospiracionismo, che esplora con encomiabile rigore e creatività l’emergere di fenomeni globali come la colonizzazione culturale, l’irrazionalismo epistemico e la manipolazione delle coscienze. Utilizzando come caso di studio l’assalto dei gruppi trumpisti a Capitol Hill durante la certificazione delle elezioni presidenziali, Ramonet approfondisce la portata della cultura della falsificazione e la spogliazione della razionalità delle cosiddette fake news.

Considerate come una manifestazione minoritaria, le famigerate teorie del complotto stanno attirando una crescente attenzione da parte del mondo accademico, dell’editoria e del giornalismo. Il loro carattere globale – favorito dal decollo delle tecnologie digitali – rappresenta un’indubbia minaccia per i sistemi democratici e per la conoscenza basata sulla scienza.

A conclusione dell’incontro, che ha evidenziato il prestigio internazionale di Cuba come scenario di discussione cordiale e di dialogo pieno, è stato approvato per consenso il Piano d’azione, che sottolinea la componente trasformativa della scienza e la natura complementare dei pilastri della convivenza umana, come la pace incondizionata, lo sviluppo sostenibile e l’equità sociale.

Tra gli accordi più importanti citati nel Piano ci sono l’articolazione di editori e pensatori in piattaforme come la REDH; la condanna permanente delle misure unilaterali che violano la sovranità delle nazioni e il diritto internazionale; il rifiuto della banalizzazione dei simboli rivoluzionari; la difesa della memoria storica nei suoi molteplici supporti e manifestazioni; la circolazione di pubblicazioni contro-egemoniche; il coordinamento delle strategie di comunicazione di un ampio spettro socio-informativo; il reperimento di fonti di finanziamento alternative per i futuri progetti editoriali.

Le aspettative sono alte per i prossimi incontri internazionali delle pubblicazioni di sinistra che si terranno nel novembre 2023 a Caracas e all’Avana nel febbraio 2024, in segno di rifiuto della Dottrina Monroe, a 200 anni dalla sua enunciazione e in omaggio al 65° anniversario del trionfo della Rivoluzione cubana.

Di fronte al riprovevole revival del panamericanismo e alle recenti vittorie elettorali in Brasile e Colombia – due espressioni opposte della complessità dello scenario politico latinoamericano – il contributo dei cittadini sarà decisivo per far prevalere gli interessi autentici dei popoli nell’epoca attuale.

Fonte: Juventud Rebelde

Traduzione: italiacuba.it

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