Fariñas e Montaner: i Gandhi cubani invocano un’invasione

Print Friendly, PDF & Email

I media applicano una “censura chirurgica” alle posizioni su Cuba di certe figure pubbliche.

Se prestigiose personalità manifestano la loro simpatia per la Rivoluzione cubana -il caso di Nelson Mandela è il più emblematico-, le loro dichiarazioni e gesti di sostegno all’Isola scompariranno dalle loro note biografiche.

In caso contrario, la gomma da cancellare agisce sulle dichiarazioni meno “presentabili” degli avversari della Rivoluzione. È il caso dell’oppositore Guillermo Fariñas. Quando il Parlamento europeo gli ha conferito il Premio Sakharov per la sua presunta “difesa dei diritti umani” a Cuba, importanti titoli di testa lo hanno elogiato come il “Gandhi cubano”. Ma quando il Gandhi cubano ha chiesto, a Donald Trump, un intervento militare a Cuba, o quando ha difeso pubblicamente la dittatura di Augusto Pinochet in Cile, avete letto qualcosa su quegli stessi media? Neppure mezza parola.

Ora Fariñas è in sciopero della fame. Tranne che nella stampa più di destra, non ci sono riferimenti informativi. Perché? Perché il Gandhi cubano ora chiede un “blocco aereo e navale” del suo stesso paese da parte dell’OSA e USA. Persino l’eurodeputato più estremista, Hermann Tertsch, nel suo messaggio di sostegno, ha ignorato, eliminato questo dal “blocco navale”, ed ha fatto riferimento solo ad altre rivendicazioni del suo sciopero, come “la sospensione dell’accordo dell’Unione Europea che finanzia con milioni la casta comunista”.

È la stessa censura che la stampa corporativa ha applicato alla figura del controrivoluzionario Carlos Alberto Montaner. Scomparso pochi giorni fa, tutto è stato elogio: “esercitò una ferma opposizione a Fidel Castro”, la “difesa della libertà fu l’epicentro della sua vasta opera”, “si caratterizzò per la sua coraggiosa difesa dei diritti umani e della libertà di espressione”.

Ma della richiesta, appena due anni fa, di “ricorrere alla forza” contro Cuba, di ricorrere “al Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR), come fece” il presidente USA “Lyndon B. Johnson, nel 1965, prima di invadere la Repubblica Dominicana”, non leggeranno il minimo riferimento. Né della sua integrazione nell’esercito USA, nel 1962. Della sua provata collaborazione con la CIA, ci diranno che si tratta di un tentativo dello “Stato cubano” di “distorcere” “la vita e l’opera di questo intellettuale esiliato”.

Il quotidiano El País narrava che, nel 1960, Montaner “si unì al gruppo Rescate Revolucionario” all’Avana e, per questo, “fu arrestato e condannato a 20 anni”. Ma dall’arsenale di esplosivi che trovarono in casa sua, neppure una riga. Sulla sua successiva fuga dall’Isola, leggiamo che “riuscì a fuggire alle grinfie della rivoluzione” e “trasferirsi negli USA per iniziare la sua vita in esilio”.

Dalla sua biografia sono scomparsi anche altri episodi poco edificanti, come il suo sostegno all’operazione golpista in Honduras, nel 2009. Tra molti altri.

Così sono, dopo un’efficiente “censura chirurgica” delle loro biografie, i Gandhi cubani.

Fonte: Cubainformación

Potrebbero interessarti anche...