L’aggressione economica contro la famiglia cubana continua senza sosta

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Solo tra aprile 2018 e marzo 2019, 140 banche straniere hanno colpito il sistema finanziario cubano, mentre 12 istituti bancari stranieri hanno aderito alla politica di negazione dei servizi.

Fin dal trionfo della Rivoluzione, come risulta da documenti declassificati della Central Intelligence Agency, il governo statunitense si prefisse di strangolare l’economia cubana per portare la popolazione all’esasperazione e alla successiva rivolta contro le nuove forze al potere.

È noto il memorandum scritto il 6 aprile 1960 dal sottosegretario di Stato americano per gli Affari latinoamericani, Lester D. Mallory: “Ogni mezzo concepibile deve essere usato prontamente per indebolire la vita economica di Cuba. Negare il denaro e le forniture per abbassare i salari reali e monetari al fine di provocare la fame, la disperazione e il rovesciamento del governo”.

Un successivo programma sovversivo, noto come Operazione Mangusta, elaborato nel 1962, affermava che “l’azione politica sarà sostenuta da una guerra economica per indurre il regime comunista a fallire nel suo sforzo di soddisfare i bisogni del Paese”.

Il 3 febbraio di quell’anno, l’amministrazione statunitense, attraverso la risoluzione n. 3447, stabilì un blocco totale del commercio con Cuba, firmato dall’allora presidente John F. Kennedy.

I piani della Casa Bianca miravano a cancellare completamente il Paese, chiudendo gli scambi commerciali, eliminando i canali di finanziamento, punendo le banche che osavano prestare a Cuba e operare con capitali cubani.

Tuttavia, nulla di tutto ciò appartiene al passato. Centinaia di banche e altre entità sono state sanzionate in base alle leggi sul blocco. Solo tra aprile 2018 e marzo 2019, 140 banche straniere sono state colpite dal sistema finanziario cubano, mentre 12 istituti bancari stranieri si sono uniti alla politica di negazione dei servizi.

D’altra parte, la designazione di Cuba come Stato sponsor del terrorismo ha un costo elevato. Le principali conseguenze derivano dall’aumento del rischio associato a qualsiasi tipo di attività, investimento e commercio che coinvolga l’isola.

Le banche e le istituzioni finanziarie internazionali hanno smesso di agevolare sia il commercio regolare che la cooperazione per paura delle pesanti multe che comporta una violazione.

La continuità di queste azioni e la loro permanenza nel tempo evidenziano, da un lato, la crudeltà della politica statunitense contro l’isola e, dall’altro, la saggia ed eroica resistenza del popolo cubano.

Quanto coraggio e quanta saggezza sono necessari per sopravvivere in uno scenario così complesso?

Quando nella nostra realtà si parla di problemi finanziari esterni e interni, di instabilità dei tassi di cambio, sia in valuta estera che in pesos cubani, eccetera, dobbiamo aggiungere alle ragioni puramente economiche l’azione del nemico.

In questo campo si sta combattendo una guerra contro Cuba. È vecchia quanto la Rivoluzione. Ecco quanto è grande la furia della più grande potenza del mondo. Ancora più grande è lo stoicismo virile dell’arcipelago che resiste senza vacillare.

Fonte: Granma

Traduzione: italiacuba.it

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