Cuba offre al mondo la sua esperienza nella risposta alle pandemie
Cuba mette a disposizione di tutti le sue capacità tecnologiche e scientifiche e le sue risorse umane per contribuire alla prevenzione, alla preparazione e alla risposta alle pandemie presenti e future, ha dichiarato oggi il Presidente Miguel Díaz-Canel.
Durante il suo secondo discorso della giornata al Segmento di alto livello della 78a sessione regolare dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, questa volta in occasione della riunione sulla prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie, il Capo di Stato ha ricordato che “la Covid-19 ci ha imposto una triste e amara lezione da cui siamo obbligati a imparare”.
L’emergenza sanitaria “ha rivelato la fragilità dei sistemi sanitari e ha messo a nudo la crudeltà delle disuguaglianze che caratterizzano il mondo”, ha affermato.
“Durante la pandemia di Covid-19, il governo degli Stati Uniti ha applicato esenzioni umanitarie temporanee ai Paesi vittime delle sue misure coercitive unilaterali”, ha denunciato il presidente, che ha ricordato come i cubani siano stati “esclusi da questi aiuti umanitari temporanei”.
Ancora peggio, ha sottolineato, mentre la pandemia mieteva milioni di vite in tutto il mondo, il blocco criminale contro Cuba si è intensificato a livelli senza precedenti e ha generato difficoltà e ritardi per l’arrivo di forniture e attrezzature mediche essenziali, in particolare per l’industrializzazione dei vaccini cubani.
Anche l’acquisto di ossigeno medico in Paesi terzi e la fornitura di ventilatori polmonari sono stati ostacolati, ha aggiunto.
Ha sottolineato che “nonostante le avversità, la nostra industria biofarmaceutica e il potenziale degli scienziati cubani ci hanno permesso di creare tre vaccini e due candidati vaccini contro il Covid-19 in tempi record”.
Il Presidente Díaz-Canel ha sottolineato che mentre nel momento peggiore della pandemia le imprese transnazionali e gli Stati più ricchi dell’Occidente si accaparravano i mezzi necessari per combattere la malattia, Cuba ha collaborato inviando 58 brigate mediche in 42 Paesi e territori, che si sono aggiunte agli oltre 28.000 nostri professionisti della salute che in quel momento fornivano servizi in 59 nazioni.
Ha ribadito che la Covid-19 “ha dimostrato che la cooperazione globale è una necessità, non una scelta”.
Cuba sostiene l’adozione di un solido strumento internazionale per la prevenzione, la risposta e il recupero delle pandemie, sotto la guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”, ha affermato.
“Chiediamo l’adozione di politiche universali, ridistributive e solidali, con l’impegno di non lasciare indietro nessuno”.
Siamo pronti a sviluppare scambi scientifici e sanitari con i Paesi interessati e a fornire consulenza per promuovere la collaborazione internazionale”.
Il leader cubano ha ribadito che in questa missione Cuba mette a disposizione di tutti anche i suoi protocolli epidemiologici, clinici e di laboratorio, i risultati della ricerca sullo sviluppo di farmaci innovativi di nuova generazione e la ricerca scientifica.
“Ogni Paese può e deve contribuire con ciò che è alla sua portata”, ha aggiunto, perché “i benefici devono essere universalmente accessibili a tutti”, ha detto il Presidente Díaz-Canel, concludendo che “per avanzare in questo percorso, si può sempre contare su Cuba”.
Fonte: Prensa Latina
Traduzione: italiacuba.it
Come italiana confermo e ringrazio Cuba per l’intervento in Lombardia (Bergamo) e in Calabria dimostrando il suo grande internazionalismo come ha insegnato il Che