La sentenza del Tribunale internazionale sulle sanzioni statunitensi contro la Repubblica di Cuba
Il Tribunale internazionale sulle sanzioni statunitensi contro la Repubblica di Cuba pronuncia la seguente sentenza:
Le ampie sanzioni politiche ed economiche imposte alla Repubblica di Cuba dal 1960 fino ad oggi violano il diritto internazionale.
I
Tra questi, soprattutto, gli articoli 2(4) e 2(7) della Carta delle Nazioni Unite delle Nazioni Unite sulla protezione della sovranità, l’autodeterminazione e il divieto di intervento, gli articoli della Dichiarazione universale di intervento, gli articoli della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (DUDU) del 1948 e il Patto internazionale sui diritti economici e sociali del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (ICESCR) del 1966, nonché le disposizioni dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) sulla tutela della libertà di commercio e numerosi principi del Trattato di Lisbona e numerosi principi del Trattato sull’Unione Europea (TUE, Trattato di Maastricht).
Il merito del caso
Dal 1960, gli Stati Uniti hanno costruito una rete di sanzioni sempre più completa contro tutti i settori della vita sociale di Cuba, che incidono profondamente sulle condizioni di vita della popolazione cubana.
Sulla base della “Legge sul commercio con il nemico” del 1917, il governo statunitense ha emanato una serie di ulteriori leggi e regolamenti dopo la Rivoluzione cubana del 1959. Queste includono la “Legge sull’assistenza all’estero” del 1961, il “Regolamento sul controllo dei beni cubani” del 1993, il “Cuban Democracy Act” del 1992″, la cosiddetta “Legge Torricelli”, la “Legge sulla libertà e la solidarietà democratica di Cuba” del 1996, la “Legge sulla libertà e la solidarietà democratica di Cuba” del 1996., il cosiddetto “Helms-Burton Act” e il “Trade Sanction Reform and Export Enhancement Act” del 2000.
L’obiettivo di tutte queste misure era distruggere le conquiste sociali, economiche e culturali della Rivoluzione, del 1959.
Già nel 1960, Lester Mallory, vicesegretario di Stato per gli Affari Interamericani, aveva apertamente articolato la strategia dell’amministrazione statunitense: l’obiettivo era di indebolire e distruggere la vitalità dell’economia cubana, le conquiste sociali, economiche e culturali della Rivoluzione del 1959, provocare fame e disperazione e seminare il malcontento per facilitare il cambio di regime.
Letteralmente:
“ogni mezzo possibile dovrebbe essere intrapreso prontamente per indebolire la vita economica di Cuba […] [negando] denaro e forniture a Cuba per diminuire i salari monetari e reali, per provocare fame, disperazione e malcontento” e il rovesciamento del governo”.
Questi principi criminali hanno guidato la politica di sanzioni degli Stati Uniti contro Cuba fino ad oggi.
Il Tribunale ha ascoltato numerosi testimoni e raccolto numerose prove nel corso di due giorni di udienze. Ha ascoltato il dettagliato atto d’accusa e ha esaminato le argomentazioni a difesa dell’Amministrazione statunitense accusata.
Sono stati presentati numerosi esempi dei profondi interventi delle sanzioni in quasi tutti i settori della vita sociale, dando l’impressione di un blocco totale di Cuba con sempre nuove restrizioni.
L’unico alleggerimento dei viaggi e dei trasferimenti di denaro verso e da Cuba sotto il presidente Barak Obama è stato nuovamente revocato dall’amministrazione Donald Trump e rafforzata da ulteriori misure.
Anche il passaggio al governo del Presidente Biden non ha portato sollievo.
Le sanzioni colpiscono l’intero settore economico e finanziario e mirano a colpire la sovranità tecnologica di Cuba, che è di vitale importanza per lo sviluppo economico e l’accesso alle innovazioni tecnologiche.
Le transazioni di pagamento internazionali sono chiuse per Cuba, come dimostra la prassi attuale illustrata nel contesto di questo Tribunale. Nessun Paese affronta un processo di modernizzazione tecnologica in queste condizioni.
Le sanzioni hanno causato i danni più gravi all’intero settore della sanità pubblica. Il sistema sanitario cubano si è guadagnato il riconoscimento mondiale per l’esemplare assistenza alla popolazione, ma anche per i risultati eccezionali della ricerca farmaceutica e dell’industria e dei processi industriali.
Gli effetti extraterritoriali del blocco hanno gravemente ostacolato e molto spesso reso impossibile l’importazione dei componenti necessari per la produzione di farmaci e la cooperazione medica internazionale.
Nel periodo compreso tra aprile 2019 e marzo 2020, il blocco degli Stati Uniti ha causato perdite nel settore sanitario per 239 milioni 803 mila 690 dollari, pari a quasi 80 milioni di dollari in più rispetto alle perdite registrate nel periodo precedente alla pandemia COVID-19.
Il blocco ha provocato una riduzione sempre maggiore delle forniture di carburante, che non solo ostacola tutti gli sforzi per il progresso industriale, ma fa anche aumentare il costo dei rifornimenti quotidiani per la popolazione.
Questo si ripercuote anche sull’agricoltura, per la quale le sanzioni hanno conseguenze drammatiche, sia per quanto riguarda l’importazione di fertilizzanti ed erbicidi, sia per il funzionamento del sistema di irrigazione.
Anche il settore dell’istruzione, riconosciuto come esemplare a livello internazionale, non è risparmiato dalle sanzioni. Le sanzioni ostacolano gravemente tutte le opportunità di istruzione online, gli scambi internazionali e l’offerta di scuole e università delle attrezzature e dei materiali didattici necessari, materiale didattico necessario a causa della mancanza di valuta estera.
Il blocco del settore delle telecomunicazioni e delle tecnologie dell’informazione ha un impatto negativo sulle possibilità per i cubani di avere un’infrastruttura adeguata, un maggiore accesso a Internet e all’informatizzazione.
Nel complesso, le prove raccolte da testimonianze, video e documenti hanno dato l’impressione di un attacco concentrato alle strutture di base della società cubana, ai suoi mezzi di sostentamento e alle sue capacità di sviluppo, che è unico e senza precedenti nella storia per la sua durata e portata.
II
Questa pratica di sanzioni contro la Repubblica di Cuba viola il diritto internazionale in tutti i suoi aspetti.
Ciò è stato recentemente riconosciuto anche dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nelle sue risoluzioni del 23 giugno 2021 (A/RES/75/289) e del 3 novembre 2022 (A/RES/77/7) e il 4 novembre 2023, su richiesta di Cuba (A/78/L) su richiesta di Cuba (A/78/L.5) e ha invitato il governo statunitense ad abrogare le proprie leggi.
1. Le sanzioni violano chiaramente la sovranità di Cuba, protetta dall’articolo 2, paragrafo 1, della Carta delle Nazioni Unite, e il divieto di intervento previsto dall’articolo 2, paragrafi 4 e 7, della Carta delle Nazioni Unite.
Il 4 novembre 2023, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con una maggioranza schiacciante di 287 voti 2 e 1 astensione, ha invitato gli Stati per la 31esima volta “ad astenersi dal promulgare e dall’applicare leggi e misure del tipo di quelle citate nel preambolo della presente risoluzione [Legge Helms-Burton].
La risoluzione si basa sulla chiara decisione che le sanzioni unilaterali sono illegali se i loro effetti superano un certo livello di gravità. Sebbene questa soglia non sia
definita, la durata, la portata e l’obiettivo delle sanzioni non lasciano dubbi sulla loro illegalità.
Gli Stati Uniti non possono nemmeno invocare motivi di giustificazione. Le sanzioni non possono essere considerate una reazione a una condotta che viola il diritto internazionale.
Se la nazionalizzazione dopo la Rivoluzione di beni immobili di proprietà di cittadini statunitensi, essa era conforme al principio di sovranità di ogni Stato sul proprio territorio sulle proprie risorse naturali (risoluzione UNGV 1803v del 14 dicembre 1962) ed era giustificato.
Inoltre, la legge Helms-Burton e le sanzioni perseguono esplicitamente obiettivi completamente diversi, che non sono finalizzati alla restituzione o al risarcimento, ma al
cambio di regime.
Gli Stati Uniti non possono nemmeno invocare la protezione della sicurezza del proprio Stato. Anche se gli Stati Uniti hanno inserito Cuba in una lista di Stati che presumibilmente sostengono il terrorismo, non sono mai stati minacciati da Cuba.
2. Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti a Cuba violano anche numerosi diritti umani, in particolare quelli contenuti nella “Coalizione delle Nazioni Unite”, in particolare quelli contenuti nel “Patto sui diritti economici, sociali e culturali” delle Nazioni Unite (ICESCR) del 1966.
Questi diritti sono altrettanto vincolanti e obbligatori dei diritti politici e civili. Già già nel 1997, il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali ha affermato che le misure economiche unilaterali “spesso causano significative interruzioni nella distribuzione di cibo, farmaceutici e dei servizi igienico-sanitari, mettono a rischio la qualità del cibo e la disponibilità di acqua potabile, interferiscono gravemente con la sicurezza dei cittadini, con il funzionamento dei sistemi sanitari e educativi di base e minano il diritto al lavoro”.
Le prove hanno dimostrato che queste conseguenze dannose si sono verificate nella vita dei cubani. Questo significa che il diritto al lavoro (art. 6 ICESCR) in condizioni giuste e favorevoli
con salari che consentano una vita dignitosa (artt. 7 e 11 CIDESC) è violato. A causa dell’inflazione, solo tra gennaio e ottobre 2022, il prezzo medio del paniere di beni e servizi è aumentato di quasi il 29%.
Da ottobre 2021 a ottobre 2022, l’inflazione è aumentata di quasi il 40%. In questa situazione, non solo l’inflazione importata dai prezzi del mercato mondiale gioca un ruolo, ma soprattutto la mancanza di disponibilità di valuta estera, aggravata dall’intensificarsi degli effetti del blocco e della e dall’incessante ricerca da parte del governo statunitense di tutte le fonti di reddito del Paese.
Allo stesso modo, il diritto alla salute (art. 12 ICESCR) è permanentemente violato dall’impedimento all’importazione di attrezzature mediche per le cliniche e di prodotti farmaceutici per la produzione di apparecchiature mediche per le cliniche e di prodotti farmaceutici per la produzione di farmaci propri.
Anche il diritto all’istruzione (art. 13 ICESCR) e il diritto alla scienza e alla cultura (art. 15 ICESCR) sono anch’essi gravemente minacciati e compromessi dalla mancanza di attrezzature e di materiali didattici e dall’impedimento di attività scientifiche e culturali a livello internazionale.
A differenza di tutti i membri dell’UE, né gli Stati Uniti, né Cuba, né l’UE hanno ratificato l’ICESCR.
Tuttavia, la comunità accademica internazionale è concorde nel ritenere che questi diritti umani siano vincolanti anche per gli Stati e le Confederazioni di Stati sulla base del diritto consuetudinario.
3. Le sanzioni mirano a limitare il commercio di Cuba con altri Stati, bloccando l’importazione e l’esportazione di beni essenziali e distruggendo le transazioni finanziarie.
Esse contraddicono pertanto numerose disposizioni del diritto commerciale internazionale codificate nel diritto dell’OMC. Ad esempio, l’art. XI dell’Accordo Generale sulle Tariffe e sul Commercio (GATT) del 1947, di cui gli USA sono parte, vieta la restrizione delle importazioni e delle esportazioni.
È vietato anche il congelamento dei beni e la restrizione dei trasferimenti e dei pagamenti internazionali.
L’art. III sezione 2 dello “Statuto del Fondo Monetario Internazionale” del Fondo Monetario Internazionale” del 22 dicembre 1945 stabilisce anche che membri devono astenersi da tutte le restrizioni sui pagamenti correnti e dalle pratiche valutarie discriminatorie.
L’art. XVI (1) del GATS stabilisce che i membri dell’OMC, come gli Stati Uniti, devono garantire alle persone fisiche la libertà di circolazione in vari settori dei servizi. Anche in questo caso sono previste eccezioni per motivi di interessi essenziali di sicurezza (art. XIV bis GATS), ma non si applicano agli Stati Uniti in relazione a Cuba.
Né le attività militari, né quelle politiche, né quelle economiche di Cuba pongono una minaccia per gli Stati Uniti. Infine, gli Stati Uniti si rifiutano di utilizzare il sistema di risoluzione delle controversie previsto per le controversie commerciali nel sistema dell’OMC, che è espressamente previsto dall’art. III, paragrafo 7, dell’OMC. III, paragrafo 7, dell’Allegato 2 del GATT 1994 “Understanding on rules and procedures governing the controversie”, che prevede espressamente che “[…] in assenza di una soluzione reciprocamente concordata, il primo obiettivo del procedimento di soluzione concordata, il primo obiettivo del meccanismo di risoluzione delle controversie è di solito quello di garantire la revoca delle misure in questione [in questo caso, il blocco], se queste risultano essere incompatibili con le disposizioni di uno qualsiasi degli accordi coperti”.
Gli Stati Uniti non sono mai stati per una soluzione pacifica alle questioni in discussione, perché volevano indebolire l’economia di Cuba per rovesciare il governo.
4. Le sanzioni contro Cuba hanno effetti di vasta portata su imprese e Stati extraterritoriali, sia nell’ambito del commercio che in quello dei servizi, della finanza, degli investimenti o del turismo.
Nelle sue ripetute risoluzioni che chiedono l’abolizione delle sanzioni statunitensi, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha citato in particolare la legge Helms-Burton, che si rivolge al commercio, alla finanza, agli investimenti o al turismo, in quanto mira agli “effetti extraterritoriali di cui sono vittime la sovranità di altri Stati, gli interessi legittimi o le persone sottoposte a sanzioni”, o le persone sotto la loro giurisdizione e la libertà di commercio e di navigazione” (UN DOC A/R/R), (UN DOC A/RES/74/7).
Nel 1996, anche l’Unione Europea ha condannato le leggi e i regolamenti con effetti extraterritoriali come una violazione del diritto internazionale, in quanto interferiscono con la
sovranità di Stati stranieri in violazione del divieto di intervento.
Con la cosiddetta risoluzione di blocco (Regolamento (CE) n. 2271/96 del Consiglio del 22 novembre 1996), ha persino proibito alle aziende europee di conformarsi e ottemperare alle norme extraterritoriali, ha dichiarato tutte le decisioni di tribunali stranieri, sentenze di tribunali stranieri basate sugli effetti di terzi delle leggi sanzionatorie e ha stabilito il diritto al risarcimento dei danni e delle perdite subite.
Le misure giuridiche con effetti extraterritoriali violano anche i principi fondamentali di Maastricht, ad esempio i nn. 3 e 4: “Tutti gli Stati hanno anche l’obbligo extraterritoriale di rispettare, proteggere e soddisfare i diritti economici, sociali e culturali” e il n. 13: “Gli Stati devono astenersi da atti, azioni e omissioni che creino un’insicurezza per i cittadini, che creino
un rischio reale di annullare o compromettere il godimento dei diritti economici, sociali e culturali a livello extraterritoriali”.
Infine, il Principio n. 22 richiede esplicitamente che: “Gli Stati devono astenersi dall’adottare misure, come embarghi o altre sanzioni economiche, che potrebbero
annullare o compromettere il godimento dei diritti economici, sociali e culturali […]. Gli Stati devono astenersi in ogni circostanza da embarghi e misure equivalenti su beni e servizi
essenziali per soddisfare gli obblighi fondamentali”.
Secondo il diritto penale internazionale codificato nello Statuto di Roma del 1998 i crimini contro l’umanità sono quelli che costituiscono attacchi generalizzati o sistematici contro la popolazione civile.
Si tratta di sterminio, riduzione in schiavitù, deportazione o espulsione forzata, privazione della libertà fisica e intellettuale, la persecuzione di un gruppo per motivi politici, razziali, etnici o nazionali, ecc.
In questo caso, il blocco, anche se lo chiamano embargo o sanzioni, mina la vita, la libertà, i diritti e la dignità delle persone ed è un crimine contro l’umanità.
I blocchi sono una delle forme di guerra più insidiose, illegali e illegittime, anche se si appellano ai trattati e alle convenzioni internazionali per camuffare la loro azione.
Secondo l’art. II della Convenzione di Ginevra del 1948 sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio.
Genocidio, paragrafo c, “Infliggere deliberatamente a un gruppo condizioni di vita calcolate per provocare la sua distruzione fisica totale o parziale”, è un atto di genocidio.
L’impatto drammatico ed enorme delle leggi e dei regolamenti sopra citati, mantenuti per più di 60 anni, dimostra anche che nessun blocco è stato così completo, duraturo e brutale contro un popolo come quello che gli Stati Uniti hanno mantenuto contro Cuba.
Il blocco ha provocato, direttamente e indirettamente, la perdita di numerose vite umane e la decisione degli Stati Uniti di mantenere questo blocco fino a quando il popolo cubano non deciderà di non piegarsi gli Stati Uniti sono decisi a mantenere misure che sono calcolate per portare, a lungo termine, alla distruzione fisica, almeno in parte, del popolo cubano
Un simile atteggiamento potrebbe configurare il reato di genocidio.
5. Poiché le numerose sanzioni e le leggi statunitensi su cui si basano sono illegali, devono essere abolite. Gli Stati Uniti devono risarcire i danni causati allo Stato cubano, alle sue imprese e ai suoi cittadini.
Bruxelles, 17 novembre 2023
Norman Paech, Suzanne Adely, Ricardo Avelãs, Daniela Dahn, Simone Dioguardi, Dimitris Kaltsonis
Dichiarazione di Bruxelles 17 novembre 2023 – Solidarietà con Cuba contro il blocco
Il movimento di solidarietà con Cuba in Europa e negli Stati Uniti, rappresentato da 263 delegati di 21 Paesi, dopo aver ascoltato il verdetto del Tribunale Internazionale contro il Blocco, riunitosi il 16 e 17 novembre nel Parlamento Europeo a Bruxelles, i cui giudici hanno condannato il governo degli Stati Uniti per crimini di aggressione e crimini contro l’umanità che possono portare al genocidio del popolo cubano, avendo l’obbligo di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba, nonché di risarcire le vittime, riaffermiamo il nostro impegno nella lotta contro questo blocco criminale, così come chiediamo l’esclusione di Cuba dalla lista dei Paesi sponsor del terrorismo stilata dagli Stati Uniti.
Per tutti questi motivi, Solidarietà con Cuba pianificherà azioni globali e coordinate con le diverse associazioni di tutto il mondo per far conoscere il contenuto legale della suddetta sentenza a tutte le istituzioni e agli agenti della società civile, al fine di aumentare la pressione internazionale che costringerà finalmente il governo statunitense a eliminare questa enorme violazione dei diritti umani.
I presenti
Bruxelles, 17 novembre 2023
The International Tribunal on the US sanctions against the Republic of Cuba
pronounces the following judgment:
The extensive political and economic sanctions imposed on the Republic of Cuba since 1960 up to date violate international law. These include, above all, Articles 2(4) and 2(7) of the UN Charter on the protection of sovereignty, self-determination and the prohibition of intervention, the articles of the Universal Declaration of Human Rights (UDHR) of 1948 and the International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights (ICESCR) of 1966, as well as the provisions of the World Trade Organization (WTO) on the protection of freedom of trade and numerous principles of the Treaty on European Union (TEU, Maastricht Treaty).
Merits of the case I.
Since 1960, the USA has built up an ever more comprehensive network of sanctions against all areas of social life in Cuba, which profoundly affect the living conditions of the Cuban population. Building on the “Trading with the Enemy Act” of 1917, the US government enacted a series of further laws and regulations after the revolution in Cuba in 1959. These include the
„Foreign Assistance Act“ of 1961, the „Cuban Assets Control Regulations“ of 1993, the „Cuban Democracy Act“ of 1992, the so called „Torricelli Act“, the „Cuban Liberty and Democratic Solidarity Act“ of 1996, the so called „Helms-Burton Act“ and the „Trade Sanction Reform and Export Enhancement Act“ of 2000. The aim of all these measures was to destroy the social, economic and cultural achievements of the revolution of 1959. As early as 1960, Lester Mallory, Deputy Assistant Secretary of State for Inter-American Affairs, openly articulated the strategy of the US administration: the aim was to weaken the vitality of the Cuban economy, provoke hunger and despair and sow discontent in order to facilitate regime change. Literally: “every possible means should be undertaken promptly to weaken the economic life of Cuba […] [by] denying money and supplies to Cuba to decrease monetary and real wages, to bring about hunger, desperation and overthrow of government“. These criminal principles have guided US sanctions policy against Cuba to this day.
The Tribunal heard numerous witnesses and gathered extensive evidence over two days of hearings. It has heard the detailed indictment and examined the arguments in defence of the accused US Administration. It has been presented with numerous examples of the deep interventions of the sanctions in almost all areas of social life, giving the impression of a total blockade of Cuba with ever new restrictions. The only easing of travel and money transfers to and from Cuba under President Barak Obama was lifted again by the Donald Trump Administration and reinforced by further measures. Even the change to the government of President Biden didn’t bring relief.
The sanctions affect the entire economic and financial sector and are aimed at Cuba’s technological sovereignty, which is vital for economic development and access to technological innovations. International payment transactions are closed for Cuba as evidenced by current practice shown in the context of this Tribunal. No country faces a process of technological modernisation under these conditions.
The sanctions have caused the most serious damage to the entire public health sector. The health system in Cuba has gained worldwide recognition for its exemplary care of the population, but also for the outstanding results of its pharmaceutical research and industry processes. The extraterritorial effects of the blockade have severely hampered and very often made impossible the import of necessary components for the production of medicines as well as international medical cooperation. During the period from April 2019 to March 2020, the US blockade caused losses in the health sector amounting to 239 million 803 thousand 690 dollars, which is almost 80 million more than the losses recorded in the period prior to the COVID-19 pandemic.
The blockade has caused an ever-increasing reduction in the supply of fuel, which not only hinders all efforts at industrial progress, but also drives up the cost of daily supplies for the population. This is also strongly felt in agriculture, for which the sanctions have dramatic consequences, be it in the import of fertilizers and herbicides or the operation of the irrigation system.
The education sector, internationally recognized as exemplary, is not spared from the sanctions either. It severely hampers all online education opportunities, hinders international exchange and the provision of schools and universities with the necessary equipment and teaching materials due to the lack of foreign currency. The blockade to the telecommunications and information technology sector has a negative impact on the possibilities for Cubans to have an adequate infrastructure, greater access to the Internet and computerization.
Overall, the evidence gathered from witnesses, videos and documents has given the impression of a concentrated attack on the basic structures of Cuban society, its livelihoods and development capabilities, which is unique and unprecedented in history in its duration and scope.
II.
This practice of sanctions against the Republic of Cuba violates international law in all aspects. This was also recently recognized by the UN General Assembly in its resolutions of 23 June 2021 (A/RES/75/289) and 3 November 2022 (A/RES/77/7) and on 4 November 2023 at the request of Cuba (A/78/L.5) and called on the US government to repeal their laws.
1. The sanctions clearly violate Cuba’s sovereignty, which is protected under Article 2(1) of the UN Charter, and the prohibition of intervention under Article 2(4) and (7) of the UN Charter. On 4 November 2023, the UN General Assembly, by an overwhelming majority of 287 votes to 2 with 1 abstention, called on states for the 31st time “to refrain from promulgating and applying laws and measures of the kind referred to in the preamble to the present resolution [Helms-Burton Act]”. The resolution is based on the clear decision that unilateral sanctions are illegal if their effects exceed a certain level of severity. Although this threshold is not defined, the duration, scope and objective of the sanctions leave no doubt as to their illegality. The USA cannot invoke justification grounds either. The sanctions cannot be considered a reaction to conduct that violates international law. If the nationalization after the revolution of real estate owned by US citizens is meant, it was in accordance with the principle of sovereignty of each state over its natural resources (UNGV Res. 1803v. 14 December 1962) and was justified. Moreover, the Helms-Burton Act and the sanctions expressly pursue
completely different objectives, which are not aimed at restitution or compensation, but at regime change. Nor can the USA invoke the protection of the security of its state. Although the USA has placed Cuba on a list of states that allegedly support terrorism, it has never been threatened by Cuba.
2. The sanctions imposed by the USA on Cuba also violate numerous human rights, in particular those contained in the UN “Covenant on Economic, Social and Cultural Rights” (ICESCR) of 1966. These rights are just as binding and obligatory as political and civil rights. As early as 1997, the Committee on Economic, Social and Cultural Rights stated that unilateral economic measures “often cause significant disruption in the distribution of food, pharmaceuticals and sanitation supplies, jeopardize the quality of food and the availability of clean drinking water, severely interfere with the functioning of basic health and education systems, and undermine the right to work.”
The evidence has proven that these harmful consequences have occurred in the lives of Cubans. This means that the right to work (Art. 6 ICESCR) under just and favourable conditions with wages that allow a decent life (Art. 7, 11 ICESCR) is violated. As a result of inflation, between January and October 2022 alone, the average price of the basket of goods and services increased by almost 29%. From October 2021 to October 2022, inflation increased by almost 40%. In this situation, not only does inflation imported by world market prices play a key role, but essentially the lack of availability of foreign currency, aggravated by the intensified effects of the blockade and the US government’s relentless pursuit of all sources of income in the country.
Similarly, the right to health (Art. 12 ICESCR) is permanently violated by the obstruction of the import of medical equipment for clinics and pharmaceutical products for the production of own medicines.
The right to education (Art. 13 ICESCR) and the right to science and culture (Art. 15 ICESCR) are also severely endangered and impaired by the lack of equipment and teaching materials and the impediment of scientific and cultural international contact.
Unlike all members of the EU, neither the USA, Cuba nor the EU have ratified the ICESCR. However, there is a consensus in the international academic community that these human rights are also binding for states and confederations of states on the basis of customary law.
3. The sanctions are aimed at restricting Cuba’s trade with other states, blocking the import and export of essential goods and destroying financial transactions. They therefore contradict numerous provisions of international trade law as codified in WTO law. For example, Art. XI of the General Agreement on Tariffs and Trade (GATT) of 1947, to which the USA is a party, prohibits the restriction of imports and exports. The freezing of assets and the restriction of international transfers and payments is also prohibited. Art. III section 2 of the “Articles of Agreement of the International Monetary Fund” of December 22, 1945 also stipulates that members must refrain from all restrictions on current payment and discriminatory currency practices. Art. XVI (1) GATS stipulates that members of the WTO, such as the USA, must grant natural persons freedom of movement in various service sectors. Here, too, there are exceptions for reasons of essential security interests (Art. XIV bis GATS), but these do not apply to the USA in relation to Cuba. Neither Cuba’s military, political nor economic activities pose
a threat to the USA. Finally, the USA refuses to use the dispute settlement system provided for trade disputes in the WTO system, which is expressly provided for in Art. III paragraph 7 of the Annex 2 of the GATT 1994 “Understanding on rules and procedures governing the settlement of disputes,” expressly providing that “[…] in the absence of a mutually agreed solution, the first objective of the dispute settlement mechanism is usually to secure the withdrawal of the measures concerned [in this case, the blockade] if these are found to be inconsistent with the provisions of any of the covered agreements“. The USA was never interested in a peaceful solution to the issues in dispute, as it wanted to weaken Cuba’s economy in order to overthrow the government.
4. The sanctions against Cuba have far-reaching effects on extraterritorial companies and states, be it in the area of trade, finance, investment or tourism. In its repeated resolutions calling for the lifting of US sanctions, the UN General Assembly has cited the Helms-Burton Act in particular, as it targets the “extraterritorial effects of which the sovereignty of other States, the legitimate interests or persons under their jurisdiction and the freedom of trade and navigation” (UN DOC A/RES/74/7). In 1996, the EU also condemned laws and regulations with extraterritorial effect as a violation of international law, as they interfere with the sovereignty of foreign states in violation of the ban on intervention. With its so-called blocking resolution (Council Regulation (EC) No 2271/96 of Nov. 22, 1996), it even prohibited European companies from complying with the extraterritorial measures, declared all foreign court decisions based on the third-party effects of the sanctions laws null and void and decided on a right to compensation for damages and losses based on these laws.
Legal measures with extraterritorial effects also violate central Maastricht principles, e.g. No. 3 and 4: “All states also have extraterritorial obligations to respect, protect and fulfil economic, social and cultural rights” and No. 13: “States must desist from acts and omissions that create a real risk of nullifying or impairing the enjoyment of economic, social and cultural rights extraterritorially“. Finally, Principle No. 22 explicitly demands: “States must refrain from adopting measures, such as embargoes or other economic sanctions, which would result in nullifying or impairing the enjoyment of economic, social and cultural rights […]. States must refrain in all circumstances from embargoes and equivalent measures on goods and services essential to meet core obligations“.
According to International Criminal Law codified in the Rome Statute of 1998 crimes against humanity are those that constitute generalized or systematic attacks against civilian population. Those are extermination, enslavement, deportation or forced expulsion, deprivation of physical and intellectual freedom, the persecution of a group on political, racial, ethnic or national grounds etc. Here, the blockade, even they call it an embargo or sanctions, undermines people’s lives, freedom, rights and dignity and is a crime against humanity. Blockades are one of the most treacherous, illegal and illegitimate forms of warfare, even if they invoke international treaties and law to camouflage their action.
According to Art. II of the 1948 Geneva Convention on the Prevention and Punishment of the Crime of Genocide, paragraph c, “Deliberately inflicting on the group conditions of life calculated to bring about its physical destruction in whole or in part”, is an act of genocide.
The dramatic and huge impact of the above-mentioned laws and regulations, maintained for more than 60 years; also demonstrates that no blockade has been as comprehensive, long- lasting and brutal against a people as the one that the United States have maintained against
Cuba. The blockade has resulted directly and indirectly in the loss of numerous human lives and the decision of the US to maintain this blockade until the Cuban people decide not to bow the US are determined to maintain measures that are calculated to bring about in the long term the physical destruction at least in part of the Cuban people.
Such an attitude could amount to a crime of genocide.
5. Since the numerous sanctions and the US laws on which they are based are unlawful, they must be abolished. The USA must pay compensation for the damage caused to the Cuban state, its companies and citizens.
Brussels, 17 November 2023
Norman Paech, Suzanne Adely, Ricardo Avelãs, Daniela Dahn, Simone Dioguardi, Dimitris Kaltsonis