DOCUMENTO POLITICO FINALE
Care Compagne e cari compagni, arriviamo a questo congresso di Brescia, dopo quattro anni tra i più difficili della nostra storia. In questo periodo abbiamo avuto due anni di pandemia, i più problematici, che hanno messo in ginocchio il mondo e hanno determinato nuovi e diversi rapporti tra i vari paesi e nuove povertà, che molto probabilmente diventeranno strutturali anche dopo la fuoriuscita dalla crisi sanitaria. In questo precario contesto, che già da solo avrebbe richiesto uno sforzo straordinario, abbiamo dovuto affrontare per la prima volta nella nostra storia un cambio di presidenza anticipato sulla naturale conclusione del mandato. Un evento questo che avrebbe messo in crisi molte organizzazioni, ma che invece, grazie alla capacità, alla sensibilità e alla lealtà del Presidente uscente Irma Dioli, siamo riusciti a dare continuità alla direzione dell’Associazione. Per questo e per il magnifico lavoro realizzato nel suo periodo di presidenza non finiremo mai di ringraziare Irma.
Scriveva Gramsci “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire e in questo chiaroscuro nascono i mostri”. Uno dei mostri è la guerra, che va di pari passo con la crisi del capitalismo neoliberista. Un altro è la fame che ancora attanaglia una grande parte della popolazione mondiale. Un terzo mostro è l’inquinamento, lo sfruttamento e il consumo delle risorse del Pianeta come non ci fosse un domani, con il presunto asservimento della natura alle esigenze del genere umano, concetto che andrebbe quantomeno rivisitato quando non rovesciato. Il quarto mostro è lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo tipico dei cosiddetti paesi sviluppati nei confronti dei paesi meno progrediti e fondamentale caposaldo delle politiche imperialiste. Tutte questioni lungamente trattate da Fidel nei suoi discorsi da Comandante in capo e riprese nelle sue numerose “riflessioni”. Di qui la sua storica affermazione “nel mondo esistono paesi sottosviluppati e paesi sottosviluppanti”.
Oggi, siamo di fronte a qualcosa di molto più profondo, il disfacimento del mondo che conosciamo, una crisi della civiltà occidentale capitalistica, che è molto più della crisi del capitalismo inteso solamente quale struttura economica. Siamo in una fase di transizione verso qualcosa di sconosciuto, ma che ha più la forma di decomposizione, che quella del transito ordinato. Più che una Caporetto una Blade Runner, con guerre e nemici esterni che consentono alle classi dominanti di distogliere l’attenzione delle masse dalle tensioni politiche e dai problemi di legittimità. Per il capitale le guerre forniscono importanti stimoli economici. I cicli di distruzione e ricostruzione forniscono sbocchi costanti al capitale sovra accumulato, aprendo alle possibilità di reinvestimento. Storicamente le guerre hanno tirato fuori il sistema capitalista dalle crisi; è stata la Seconda guerra mondiale a portare il capitalismo globale fuori dalla grande depressione del 1929, seguita dalla guerra fredda che ha legittimato 50 anni di aumento di spese militari. Ritorna alla mente il drammatico ammonimento di Rosa Luxemburg: “Socialismo o barbarie”. Per questo, quando si parla di Cuba è del Socialismo che si parla.
IL CONTESTO DEL MOMENTO E L’ANAIC
Siamo davanti ad un momento estremamente delicato che riguarda il futuro e l’esistenza dei nostri paesi, del nostro stesso pianeta così come lo conosciamo e lo viviamo nella nostra contemporaneità. In questo tempo, hanno dominato la scena politica internazionale prima la Pandemia, poi il conflitto armato o, meglio, la guerra necessaria all’impero per il controllo delle risorse vecchie e nuove indispensabili per governare e dominare il futuro del mondo.
Una visione miope di dominio che si fonda su paradigmi del passato dove la ragione deve soccombere alla barbarie della violenza sia essa nucleare o convenzionale. Sappiamo che la guerra destabilizza e riorganizza i rapporti di potere, crea le condizioni per una nuova fase dell’accumulazione capitalistica, aumenta a dismisura le ricchezze di pochi e l’impoverimento di molti; pur di aumentare il proprio profitto, stravolge relazioni e collaborazioni tra stati, divide i popoli, aggredisce e demolisce gli equilibri ambientali. Forse fino ad ora mai avevamo pensato seriamente che questo pericolo potesse diventare così concreto; oggi, invece è nel novero delle possibilità e già questo ne rafforza una percezione indesiderata, accentuando ansie e preoccupazioni.
La guerra non è giustificabile; come già i nostri costituenti avevano capito, la guerra è la resa dell’intelligenza umana. Gli estensori dell’art. 11 della Costituzione italiana, sempre hanno ricordato che quello è stato scritto in quel preciso modo poiché era chiara e pesante come un macigno la memoria dei 55 milioni di morti della II guerra mondiale. Le controversie internazionali non possono essere risolte con le armi, che non sono una soluzione, ma solo uno strumento di distruzione. Per questo i lungimiranti 33 paesi componenti della Comunità degli Stati dell’America Latina e del Caribe (CELAC), nel vertice del 28 e 29 gennaio 2014 svoltosi a l’Avana, hanno voluto proclamare l’America Latina e i Caraibi “zona di pace”. Le complessità di un mondo atomizzato, consegnato al pensiero unico dei Potenti di turno si possono risolvere, anzi, si devono risolvere con la diplomazia, la saggezza, l’intelligenza. D’altronde, il livello di atrocità prodotto dai conflitti bellici è inumano e lo paga l’umanità intera: genera odio, distrugge la politica e azzera la dialettica democratica. La guerra genera guerra; la guerra è la politica della negazione della stessa umanità.
Con una situazione internazionale così caotica e drammatica, accade sempre che a subirne le nefaste conseguenze politiche ed economiche siano le popolazioni di paesi più fragili, strutturalmente e organizzativamente meno preparati o in via di sviluppo: si pensi ad esempio al continente africano, alla zona mediorientale o all’America Latina. In quest’ultima regione si colloca Cuba che seppur rivoluzionaria e resistente, risente fortemente della crisi internazionale che si aggiunge alle sofferenze imposte dall’impero. Con l’economia internazionale in crisi, la guerra in Ucraina (che si aggiunge alle altre in atto), l’indurimento del Bloqueo statunitense le difficoltà di Cuba tendono ad aggravarsi e la mente corre agli anni 90 dove Cuba ha dovuto affrontare la difficilissima fase storica del “período especial”, un campanello di allarme e di monito al tempo stesso. Da qui l’importanza della solidarietà internazionale e l’importante ruolo di sostegno che può rappresentare per la indebolita economia cubana. Incoraggiante è il risveglio e il nuovo vigore della politica progressista della regione. Con la sottrazione di alcuni governi dalla sfera di influenza delle politiche neoliberiste, verso una gestione della cosa pubblica che favorisca maggiore giustizia sociale, l’America Latina ritrova le condizioni per una reale unità politica regionale e per il rilancio delle organizzazioni e dei mercati comuni.
Dopo aver perso il controllo assoluto su Perù e Colombia e con il possibile ritorno del presidente Lula in Brasile, l’impero nord americano subirebbe una battuta d’arresto o un rallentamento dei suoi piani egemonici nell’area. Il nuovo scenario propenderebbe per una ritrovata sovranità della regione di cui beneficerebbe anche Cuba, da sempre baluardo degli ideali martiani e del socialismo latinoamericano. In questa temperie, con la politica che può cambiare ed evolvere in direzioni imprevedibili, quale deve essere il compito della nostra Associazione? Quale organizzazione e quali competenze saranno le più appropriate per perseverare nella lotta a fianco di Cuba? Come è cambiato e quanto il mondo della comunicazione? Analizzare le questioni esposte alla ricerca delle migliori soluzioni crediamo debba essere il principale compito che una organizzazione in linea con i tempi debba svolgere.
L’Associazione andrà quindi organizzata in funzione di quanto sia più funzionale ai propri scopi, richiamati nello statuto, per una freschezza di risorse, competenze e capacità relazionali.
Da qui l’importanza di divulgare approfonditamente la cultura cubana, la vita e le difficoltà quotidiane, gli aspetti identitari e il significato aggiornato di Rivoluzione, che ha portato loro in dote dignità, giustizia sociale, sovranità.
Praticare in sostanza “un internazionalismo cubano e un internazionalismo per CUBA”
La conoscenza delle capacità, anche organizzative della Cuba solidaristica deve essere al centro della comunicazione da parte dell’Associazione. L’esempio della Brigata medica Henry Reeve nella città di Crema e successivamente a Torino – ne rivendichiamo orgogliosamente il loro arrivo – è stato, oltre che un gesto di straordinario valore sociale, anche un eccezionale colpo mediatico, che ha presentato CUBA in una veste a molti sconosciuta. Ha acquisito simpatie e consensi politici, soprattutto per la scoperta dell’uso pubblico della sanità, cosa che nel nostro paese sta via via scomparendo. E di questo oggi in Italia c’è maggior consapevolezza.
La stessa solidarietà attiva internazionalista cubana va ricordata per il carattere che assume il suo indirizzo politico e umanitario nel ricollocare l’essere umano al centro di una scena che, principalmente in Occidente, è dominata dal mero calcolo politico ed economico. Non si può dimenticare come appena sei anni fa, mentre gli Usa e alcuni paesi europei bombardavano la Siria, Cuba inviava in quel paese 293 mila vaccini per la meningite e seppur paese “povero”, ristrutturava il debito che la Siria ancora oggi ha nei suoi confronti. In tempi più recenti, non si può ignorare l’aiuto portato all’Iran, devastato e quasi impotente davanti all’epidemia di Coronavirus, fornendo vaccini senza speculazioni di sorta per cui, secondo gli insegnamenti di Fidel, messo a disposizione de “los pobres del mundo”. Insomma, si tratta di dare la giusta visibilità a un paese e al suo modello di socialismo, qui in occidente, informando i cittadini che mentre l’Occidente esporta armi e guerra, Cuba esporta aiuti e medicinali e Pace.
Il modello cubano rappresenta l’essenza del socialismo, che pur con le sue contraddizioni, dimostra che la vita può essere ricca e significativa anche con poco denaro (un abominio per la cultura dominante nel Capitalismo); laddove la ricchezza è culturale, intellettuale, da ricercare nella socialità e nella costruzione di un modello che garantisca l’accesso alla salute e all’istruzione veramente a tutti. Seguendo questo percorso di conoscenza e diffusione della conoscenza, a cui diamo una particolare importanza per la crescita della nostra Associazione, ad esempio, proponiamo una campagna di divulgazione e informazione per esempio sullo Sport a Cuba, uno sport sociale, uno sport per tutti, che ha dato risultati straordinari dal punto di vista tecnico in tante discipline, e soprattutto una pratica sportiva come concreta azione di prevenzione sanitaria.
Sarebbe davvero interessante mettere a confronto due mondi e due modalità alternative: sulla pratica sportiva, sulla sanità e ricerca, sull’economia e sul sistema educativo. Così come desterebbe particolare interesse far conoscere il cinema cubano che ha avuto rapporti di un certo rilievo con il cinema italiano. Organizzare eventi in questi settori crediamo sia utile e darebbe all’Associazione la possibilità di ampliare i mezzi e le possibilità di far conoscere Cuba nella vita comune di tutti i giorni e di allargare la sua sfera di intervento. Far conoscere la cultura cubana sicuramente può aprirci tante porte. La difesa all’aggressione mediatica a Cuba si deve organizzare. Vi è la necessità di “formare” un gruppo di intervento immediato. Un compito che affidiamo alla competenza della commissione comunicazione
L’AMERICA LATINA
Il vecchio mondo unipolare dominato dagli Stati Uniti comincia a cedere il passo ad un nuovo modello multipolare a trazione eurasiatica dove paesi come Cina e Russia figurano quali protagonisti. LA GUERRA FRA LA RUSSIA E LA NATO, PER INTERPOSTA UCRAINA, STA ACCELLERANDO VELOCEMNTE QUESTO PROCESSO CON LA FORMAZIONE DI NUOVI ASSETTI INTERNZAZIONALI DOVE IL DOLLARO STA PERDENDO IL SUO RUOLO STORICO DI MONETA DI SCAMBIO MONDIALE, SOSTITUITO DA ALTRE PER L’ACQUISTO E LA VENDITA DI FONDAMENTALI MATERIE PRIME E FONTI ENERGETICHE INDISPENSABILI ALLA CRESCITA MONDIALE.
ALTRI RAGGRUPAMENTI DI STATI STANNO ASSUMENDO SEMPRE PIU’ UN RUOLO DI PRIMO PIANO NELLA COSTRUZIONE DEL NUOVO MONDO E DELLE NUOVE RELAZIONI INTERNAZIONALI; SOLO PER FARE ALCUNI ESEMPI: I BRICS (BRASILE RUSSIA INDIA CINA SUDAFRICA) IN CUI ALTRE NAZIONI ASPIRANO AD ENTRARE TRA CUI ARGENTINA ED IRAN CHE HANNO GIA’ FORMALIZZATO LA RICHIESTA; LA SCO (SHANGHAI COOPERATION ORGANIZATION ) CHE SI STA PROGRESSIVAMENTE ALLARGADO ALLA MAGGIOR PARTE DEI PAESI ASIATICI E DEL MEDIO ORIENTE; LA CELAC (COMUNITA DEGLI STATI LATINOAMENRICANI E DEI CARAIBI) IN AMERICA LATINA CHE POTREBBE IN UN PROSSIMO FUTURO SOSTITUIRE LA OSA(ORGANIZZAZIONE DEGLI STATI AMERICANI) A GUIDA USA, ORMAI COMPLETAMENTE DELEGITTIMATA PER LA CONTINUA INGERENZA NELLE POLITICHE DEI VARI PAESI E PER IL COINVOLGIMENTO IN TUTTI I COLPI DI STATO AVVENUTI NEL CONTINENTE E PER IL SOSTEGNO AL BLOCCO CONTRO CUBA, VENEZUELA E NICARAGUA.
Il cambiamento è fenomenale e su scala globale inciderà sui rapporti interni ed internazionali di ogni singolo paese. Come già accennato non sfugge alla regola il Centro e il Sud America che, già adesso, sulla scia delle ultime elezioni politiche tenutesi in vari Stati e vinte da raggruppamenti progressisti, nonché sulla posizione assunta contro le sanzioni alla Russia, si ritaglia una nuova collocazione improntata a rompere il cordone ombelicale con la Dottrina Monroe espressione di quell’idea egemonica e del diritto di supremazia che gli Stati Uniti si arrogano nei confronti del continente americano. Dal Messico alla Colombia (dove per la prima volta vince la sinistra guidata da un ex componente del gruppo di guerriglieri M-19) le coordinate internazionali e i relativi riferimenti stanno cambiando velocemente verso il rifiuto della più recente Dottrina Clinton. per la quale gli Usa possono fare e disfare a proprio piacimento in materia di politica estera.
È un dato di fatto che gli Stati Uniti, con la loro brama di egemonia internazionale, usino la NATO, i paesi dell’Unione Europea e oggi l’Ucraina, per portare a compimento il loro piano di destabilizzazione della Russia, con l’obiettivo neanche tanto recondito di arrivare un giorno a sottoporre la Cina allo stesso trattamento. Segnali di scricchiolamento della morsa statunitense in America Latina, arrivano dal Nicaragua che, come il Venezuela hanno abbandonato l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), defi- IV nita il “ministero delle colonie” degli USA. Il declino del Gruppo di Lima che, orfano di Lima non ha più nessun significato. Il fallimento del Vertice delle Americhe con l’esclusione di Cuba, Nicaragua e Venezuela da parte degli USA e la presa di posizione del Presidente messicano Lopez Obrador, invece, sono la lampante dimostrazione che Cuba non è sola. La ripresa vitalità di organismi comunitari come Alba, Celac, Mercosur ecc, sono un ulteriore segnale di resistenza alla morsa statunitense.
Tuttavia rimane intatto, se non rinforzato, il blocco commerciale, economico e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba. Iniziato nel 1962 è ora di cancellarlo. Le pretestuose questioni legate al rispetto delle libertà, della democrazia e dei diritti umani in alcuni Paesi dell’America Latina, sollevate ad arte per arrogarsi il diritto di dichiarare l’illegittimità di questo o quel governo, vanno affrontate e superate attraverso un aperto confronto rispettoso delle sovranità e autonomie nazionali. Esportare la democrazia, concetto di per sé delirante, secondo le modalità degli Stati Uniti d’America, ha determinato catastrofici effetti in tutti quei paesi che avevano bisogno di essere iniziati (addomesticati) alla moderna democrazia occidentale.
Queste contraddizioni chiamano in causa il progressivo svuotamento di poteri e di legittimità dell’Onu e degli organismi internazionali che ne sono espressione. Le Nazioni Unite devono recuperare il ruolo di garanti del diritto internazionale e del sistema di sicurezza collettiva, prevenendo o sanando i conflitti, tutelando il principio di non ingerenza, richiamando gli Stati membri al rispetto dei diritti umani. In questo nuovo mondo c’è un generale indebolimento delle democrazie. Colpisce la pressoché totale scomparsa dell’accezione di “democrazia sociale”, cioè di una democrazia che vada oltre la forma tout court, affinché le libertà e i diritti declamati siano effettivamente praticati.
L’ASSOCIAZIONE
DALL’ULTIMO CONGRESSO DEL 2018 SI SONO ULTERIORMENTE SALDATI tutti una seria di contatti che vanno dall’ICAP, al Partito alla FMC passando per tutte le più importanti istituzioni cubane. Lo stesso dicasi con tutte le realtà sociali, politiche e sindacali in Italia. Con l’arrivo della pandemia abbiamo per gioco forza dovuto reinventare un nuovo sistema di lavoro che ci ha visto protagonisti con questa nuova forma. La validità di questo lavoro arrivato fino ad oggi è dimostrato dall’aumento del numero degli iscritti e alla nascita di nuovi circoli su tutto il territorio nazionale così come il successo delle nostre campagne sia materiali che di raccolte fondi. In occasione dell’ultima visita a Cuba con ICAP, il Presidente Fernando Gonzalez Llort ha espresso un lusinghiero apprezzamento per l’Associazione definita la più longeva, importante ed effettiva tra tutte le organizzazioni europee. Inoltre, ha riconosciuto un importante ruolo guida nel nostro territorio per l’associazionismo solidale con Cuba.
Con loro abbiamo convenuto sull’importanza dell’unità e, di conseguenza, sulla necessaria collaborazione tra i vari livelli dell’Associazione. Lo stesso ICAP con il quale abbiamo sempre condiviso, finalità, struttura e regole, lamenta che a volte il loro lavoro sarebbe più produttivo se riuscissero ad ottenere maggiore unità di intenti dalle istanze provinciali. Noi, per parte nostra investiamo fatica e risorse per mantenere assieme la nostra comunità associativa e per raggiungere obiettivi di interesse generale che scaturiscono da pianificazioni e programmi mediati con le Istituzioni e le Organizzazioni di massa cubane (ICAP in primis) a nome e per conto del destinatario finale dei nostri interventi: il Popolo cubano. Per questo da sempre auspichiamo un lavoro collettivo, dove tutti apportino quanto vogliono e possono. Per questo sono importanti le regole che permettono l’espressione delle capacità soggettive, descrivono le opportunità e le modalità operative e delineano i limiti d’azione e di assunzione di responsabilità.
L’invito è di considerare quali fattori determinanti nella nostra vita associativa i concetti di unità e di univocità, per l’attuale e il futuro procedere dell’Associazione. Unità vera nelle parole e nei fatti, essere cioè capaci di far coesistere vari punti di vista per addivenire a una sintesi condivisa. Un modello di comportamento che potrà diventare uno strumento per la misurazione della qualità operativa degli organi direttivi che usciranno da questo congresso. Diamo spazio alle problematiche, senza farle diventare il focus dei nostri pensieri, favorendo la discussione per superarle. Ricordiamo sempre che le cariche elettive saranno l’interfaccia della nostra Associazione verso la Rivoluzione cubana e la società tutta, oltre che garanzia di continuità di un’esperienza associativa democratica, raro caso di longevità tra le forze della sinistra italiana.
Mettiamo la Solidarietà internazionale al primo posto e vinceremo sempre. Diamo quindi valore a coerenza, coesione ed unità d’intenti, che derivano dalla nostra capacità di dialettica democratica, che sempre ha accompagnato il nostro percorso. Una riflessione va fatta riguardo a situazioni concrete che si sono venute a creare in particolare negli ultimi anni e che hanno visto la nostra Associazione sottoposta a spinte ed attacchi non troppo velati. Rispetto a questi episodi abbiamo fatto una scelta precisa che rivendichiamo con forza e con orgoglio: andare avanti per la nostra strada, che è quella tracciata dalle scelte che abbiamo fatto tutti insieme nello scorso congresso.
Lo abbiamo fatto e riteniamo che questa sia la strada giusta da seguire: un’associazione come la nostra, che trova nell’unità la sua ragion d’essere e nelle decisioni assunte democraticamente e collegialmente, a partire da quelle congressuali, può e deve camminare sulla base di quelle scelte, nella consapevolezza che è proprio con la forza della coesione e non con protagonismo e l’individualismo personalistico che possiamo che possiamo raggiungere i nostri obiettivi, il primo dei quali, vale la pena di rimarcare, è la solidarietà con la Rivoluzione ed il popolo cubano.
Riteniamo che la predisposizione dei piani di intervento nazionale definiti in accordo con le istituzioni cubane, dai quali far derivare specifiche progettazioni sia, oltre che un modo professionale di procedere, anche un dovere che gli organismi dirigenti di questa Associazione hanno nei confronti dei cubani prima e degli iscritti poi. Ne consegue la necessità che nel percorso che va dalla pianificazione fino all’esecuzione operativa, debba esservi l’apporto di coloro che, per competenza, siano in grado di contribuire al successo finale del nostro lavoro. In ultima istanza il benessere per la popolazione cubana. Chiediamo quindi di valutare V tutti gli apporti, di conoscenza e/o risorse che potrebbero essere utili se non indispensabili per un proficuo lavoro di solidarietà con Cuba.
La nostra capacità di aprirci, di connetterci e di contaminarsi con le intelligenze, i saperi, con le istituzioni sportive, culturali, politiche, sociali, amministrative e all’occasione ad altre realtà solidali con Cuba, daranno la misura della nostra capacità di rilancio. Durante questo percorso dovremo far emergere tutto il bagaglio culturale accumulato in questi ultimi anni che genera entusiasmo e voglia di fare “per Cuba”. Dovremo “sfruttare” al meglio le intelligenze e le personalità sensibili alla causa cubana. Indubbiamente dobbiamo continuare e approfondire la nostra capacità di sostenere politicamente l’Isola.
La lotta al blocco deve continuare a livello nazionale e attraverso la rete internazionale. Una battaglia dura ma al contempo fondamentale sarà quella contro la cyberwar a cui Cuba è sottoposta da anni. Combattiamo contro l’idea di golpe blando a Cuba. E’ un lavoro molto difficile perché di deve contrastare una comunicazione che fa scempio della verità e gode dell’appoggio e dei capitali dei poteri forti statunitensi.
Dobbiamo ricercare le migliori opportunità per intensificare le “progettazioni/donazioni” sia monetarie che materiali. La ricerca delle economie da utilizzare per la solidarietà non potrà essere sostenuta per lunghi periodi con le raccolte fondi, ma dovremo sviluppare una rete interna/esterna (comprese le diplomazie e i vari enti cubani) che ci consenta di accedere a finanziamenti, se non pubblici, almeno non derivanti esclusivamente da semplici simpatizzanti o iscritti. A TAL PROPOSITO, PROPONIAMO UN RAFFORZAMENTO DELLA COMMISSIONE PER LO SVILUPPO ALLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO INTERNAZIONALE PER L’ACCESSO A BANDI DI FINANZIAMENTO ANCHE ATTRAVERSO LE ISTITUZIONI LOCALI.
Implementare un più efficace sistema di rapporti diplomatici con i vari enti cubani. Aver rinsaldato e rafforzato i rapporti con ARCI, ANPI sono due buoni risultati, che tuttavia vanno rafforzati assieme ai rapporti con le forze politiche che non siano ideologicamente schierate contro Cuba. Quanto fatto da ANAIC per Cuba, in fatto di solidarietà politica e materiale, crediamo sia importante e sotto gli occhi di tutti. Ciò ci soddisfa? Crediamo che no. Di più e di meglio dobbiamo fare. Libertà, eguaglianza, democrazia, solidarietà, pace: sono questi i pilastri valoriali della Resistenza, successivamente incarnati nella Costituzione. E sono perciò anche gli ideali fondamentali dell’ANAIC. Ideali che hanno una portata universale, in quanto forniti di uno straordinario carattere espansivo, ma che vanno storicamente declinati in luoghi e tempi determinati. La loro piena realizzazione tende ad essere un orizzonte verso cui muoversi sempre, piuttosto che una realtà compiuta una volta per tutte.
Si tratta, appunto, di idee la cui funzione è di essere guida permanente, di dare senso, significato e traguardo alle azioni che vengono condotte. CUBA Cuba ha registrato grandi avanzamenti negli ultimi due anni incentrando l’azione e il dialogo politico sui temi della continuità, il ruolo del Partito, l’unità del popolo e la sua capacità di resistere alle aggressioni nemiche, la politica dei quadri, la democrazia, l’economia, la politica estera cubana e la difesa della patria, al fine di preservare le principali conquiste sociali della Rivoluzione senza rinunciare agli obiettivi di sviluppo fissati. Il presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez, eletto primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, ha definito storico l’Ottavo Congresso e ha sottolineato che la Rivoluzione è viva, “attiva e salda nel mezzo della burrasca più iniqua e ingiusta dopo il crollo del sistema socialista, perché è capace di formare nuove generazioni con l’ideale della giustizia sociale”.
Il tentativo di destabilizzazione sociale e politica in stile “venezuelano” promosso dall’imperialismo (vedi San Isidro e 11 e 12 luglio 2021), come in Venezuela, è abortito, restituendo al popolo cubano l’autorità e le redini del proprio destino. Rimangono da sciogliere tanti nodi in campo economico determinati sia dal Blocco ma anche dalle spoetate modalità di procedere del capitalismo mondiale che, per profitto, non esita a speculare su guerre, catastrofi, epidemie e quant’altro.
Tuttavia a Cuba rimane intatta, la visione di una società umana che privilegia i rapporti sociali, il soddisfacimento dei bisogni fondamentali e quelli legati all’emancipazione dell’individuo quale essere intellettuale e pensante diverso dall’individuo consumatore formatosi nella moderna società occidentale, dove la Libertà è diventata sinonimo di opportunità di scelta tra una infinità di prodotti diversi con la conseguenza necessità di lavorare di più per poter soddisfare l’esigenza di acquistare di più, compresa l’artificiale ed effimera felicità in vendita sugli scaffali dei centri commerciali. Nonostante le spinte esterne e la forte propaganda in tal senso, il popolo cubano oggettivamente resiste a quel modello di società ed è su quella visione che anche noi dobbiamo fare la nostra parte, non solo nella solidarietà attiva con Cuba, ma nell’estensione di quei valori che mettono l’istruzione e la salute al primo posto anche dalle nostre parti.
La sfida non è semplicemente aiutare Cuba a sopravvivere alla caduta del socialismo sovietico, bensì riprendere in mano quella bandiera storica che da una generazione all’altra ha passato il testimone della giustizia sociale e dell’uguaglianza. Così come nell’ultimo congresso nazionale di Parma, riaffermiamo e rafforziamo il nostro impegno solidale che dal 1961 ci contraddistingue, nella consapevolezza che con Cuba socialista e per Cuba socialista non si sbaglia mai.
Documento Politico Finale PDF
I DOCUMENTI FINALI DELLE COMMISSIONI
COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE
La Commissione Comunicazione e Informazione, sulla base del Documento congressuale approvato dal Comitato Direttivo Nazionale e di quanto emerso dal dibattito in plenaria, visti gli emendamenti presentati;
Considerati i risultati del Censimento sulla Comunicazione a cura dei Circoli:
Ritiene indispensabile, a fronte della pesante offensiva mediatica contro Cuba adottare una strategia comunicativa a difesa della sua rivoluzione, delle sue conquiste e valori e che favorisca nel contempo una sempre maggiore visibilità delle attività della nostra Associazione.
Siamo consapevoli di intervenire in un campo estremamente dominato da enormi interessi privati che controllano e condizionano l’informazione a livello globale asservendo ai punti di vista e alle ragioni dell’imperialismo.
Una dimostrazione è la continua censura e boicottaggio delle ragioni di Cuba che si manifesta con la chiusura come avvenuto anche di recente del canale social di Razones de Cuba e di Memorias de Daniel.
In questo preoccupante contesto assume enorme importanza la nostra capacità di diffondere capillarmente le verità di Cuba.
A questo scopo considera prioritaria la realizzazione di un Piano della Comunicazione condiviso e articolato su due fronti: interno ed esterno.
Sul piano interno
E’ indispensabile che l’Associazione si doti di una struttura all’altezza delle sfide che ci attendono. A tale scopo è necessario che ogni Circolo si doti di una figura preposta alla Comunicazione (quasi la metà, esattamente 33 su 68, lo hanno già fatto).
Proponiamo la creazione di un gruppo Whatsapp dedicato per ottenere maggiore interazione e condivisione della comunicazione prodotta su sito e social, e la sua capillare diffusione verso le nostre iscritte e i nostri iscritti e tramite i canali social in dotazione di ogni Circolo.
Si propone di valutare la necessità di realizzare un Corso di Aggiornamento rivolto a tutti gli ambiti associativi, sull’utilizzo dei diversi strumenti di comunicazione.
A livello nazionale si ritiene importante istituire un Gruppo Comunicazione e Informazione, a partire dalla presenza dei referenti/curatori attuali, e con il contributo attivo dei circoli, con l’obiettivo di recuperare nuove energie in primis tra le nostre socie e i nostri soci.
Il gruppo lavorerà in stretto raccordo con la Presidenza e la Segreteria Nazionale nell’elaborazione della strategia di comunicazione e in particolare per dare risposte rapide ed immediate di fronte a gravi situazioni di attacchi e fake news, in grado di ripristinare la corretta informazione e le verità di Cuba.
In merito agli strumenti di comunicazione attuali
El Moncada, giunto al suo 30° anno, deve continuare a rappresentare un valido mezzo di approfondimento sulla realtà cubana e dell’America Latina, e contenere le principali attività svolte dall’Associazione a livello nazionale e locale.
Il sito internet e Facebook nazionale, in relazione agli importanti successi conseguiti, e per le loro specifiche caratteristiche e dinamicità, dovranno proseguire con l’informazione e l’aggiornamento costante della situazione cubana e latinoamericana e con la promozione delle iniziative dell’Associazione e dei vari Circoli.
Lo stesso vale per il gruppo Facebook ANAIC e per Twitter.
Sul piano esterno
Per rendere efficace la comunicazione sul web e sui social è necessario comprendere i molteplici canali digitali, allo scopo di intercettare e raggiungere nuovi utenti e/o lettori e nuove iscritte e iscritti, e dall’altro per fare meglio emergere i valori che intendiamo trasmettere: verità, solidarietà e cooperazione, umanità, pace e giustizia per un altro mondo necessario.
Suggeriamo di puntare sull’aggiornamento del linguaggio della comunicazione e delle strategie digitali, in una gestione condivisa e unitaria con tutti i livelli dell’Associazione, a cominciare dal rafforzamento delle reti sociali esistenti e l’eventuale introduzione di nuovi, come Instagram , che possono aggregare ed essere luoghi di incontro delle nuove generazioni.
Può inoltre essere opportuno prendere in considerazione l’omogeneizzazione della comunicazione e della grafica, soprattutto in particolari situazioni come ad esempio campagne nazionali di solidarietà o contro il blocco, vi è la proposta di realizzazione di modelli standard predefiniti che tutti i Circoli possano utilizzare.
Ѐ importante offrire tutte e tutti insieme un’immagine coordinata, coerente e unitaria della nostra Associazione.
Il Piano Comunicazione dovrà contenere anche proposte in merito ai due canali Youtube esistenti e a Vimeo, e all’introduzione di una Newsletter quindicinale o mensile.
Per il futuro si suggerisce di pensare anche all’investimento su nuova figura specializzata nel settore quale il social media manager.
Il necessario e maggiore sviluppo della nostra presenza virtuale non sostituisce il grande patrimonio delle iniziative territoriali. Non è alternativo, ma complementare. L’attività e la presenza dei Circoli nei territori costituiscono, per il loro radicamento sociale, la nostra ricchezza associativa nella solidarietà con Cuba.
In questo quadro, i Circoli quindi possono adottare tutte le strategie che ritengono opportune sempre e comunque nel rispetto delle regole condivise dell’Associazione e degli indirizzi emersi da questo Congresso.
La Commissione ritiene evidente che la fattibilità delle proposte avanzate dovrà essere verificata dal futuro gruppo dirigente dell’Associazione, in considerazione delle forze disponibili dedicate e delle risorse economiche in campo.
Documento finale della commissione Comunicazione e Informazione PDF
ORGANIZZAZIONE E TESSERAMENTO
Con riferimento all’Organizzazione e al Tesseramento e in continuità con le principali decisioni assunte dall’Associazione nell’ultimo congresso, che ricordiamo riguardavano: la centralità dei Circoli e dei Coordinamenti Regionali; la promozione e la capillarità territoriale delle visite degli ospiti dell’Associazione; una maggiore attenzione nel seguire la situazione del tesseramento; migliorare i contatti con realtà sociali non vicine politicamente ma affini agli obiettivi di solidarietà con Cuba, la commissione si è concentrata nell’analisi delle criticità emerse nell’ultimo quadriennio, allo scopo di attualizzare proposte di politica organizzativa e operatività.
Da un punto di vista organizzativo, il tesseramento, in quanto vincolo prioritario con i sostenitori, è sicuramente uno degli aspetti a cui dedicare maggior attenzione. Il pragmatismo che ci contraddistingue ci informa che, contrariamente alla opportunistica concezione leibniziana “non viviamo nel migliore dei mondi possibili”: un mondo idealizzato a nostro uso e consumo dove basta informare dell’esperienza della Rivoluzione Cubana per trovare immediatamente adesioni. Inoltre, la fase di profonda crisi economica che gran parte della popolazione mondiale sta vivendo, rende ancor più difficile attrarre l’attenzione della gente che, alle prese con le problematiche del lavoro e le necessità quotidiane di vita, mettono in secondo piano il loro impegno politico. Solo coloro che per storia personale mantengono una forte “idealità” si avvicinano e si confrontano con gli elevati principi di solidarietà ai quali l’Associazione fa riferimento. Non sfuggono alla crisi di sistema le organizzazioni politiche di sinistra con le quali normalmente ci confrontiamo.
La loro difficoltà nel rappresentare una proposta politica chiara e credibile e che rappresenti una cesura con il lerciume attuale, ha via via eroso il sostegno sociale di cui godevano, lasciando senza riferimenti e in balia di sé stesso il cosiddetto “popolo della sinistra”. Una massa di persone che non si sentono né rappresentate né tantomeno protagoniste delle scelte politiche che le riguardano e scelgono il disimpegno, penalizzando di riflesso anche i settori dell’impegno civile e del solidarismo internazionale. Pur non essendo nostro compito proporci come sostituto politico dei partiti, abbiamo però il dovere di cercare di intercettare quanto più possibile questo bisogno di appartenenza offrendo loro una causa di cui sentirsi fieri e utili. Offrire quindi spazi di confronto e punti di riferimento nella consapevolezza che buona parte di questo popolo è composto da giovani, con pochi se non nulli legami con le politiche del passato, a cui vanno destinate occasioni per esprimere l’originalità del loro essere.
La nostra forza risiede nel lavoro locale e quotidiano. Il circolo è l’unità fondamentale dove quasi tutto avviene. Sono i circoli che attraggono e che, se ben organizzati e diretti, compiono l’alchimia di trasformare in aderenti coloro che si avvicinano all’Associazione. Chi si tessera lo fa perché convinto dalla proposta politica che proviene dal circolo. È lì dove dobbiamo piazzare i nostri migliori elementi, che siano dotati di strumenti culturali adeguati e supportati efficacemente dagli organi direttivi nazionali. In sostanza va fornito loro l’armamentario necessario per rendere efficace ed efficiente il loro lavoro e cioè: supporto organizzativo per iniziative, maggiore e migliore circolazione delle informazioni, formazione, consulenza.
E necessario semplificare la procedura di tesseramento memorizzando elettronicamente l’anagrafica degli iscritti in modo tale da reperire automaticamente i dati in caso di rinnovo. Alla chiusura del tesseramento, i Nazionale fornirà ad ogni circolo, l’archivio dei dati dei rispettivi iscritti. Inoltre è necessario che la Struttura centrale si avvalga di uno strumento di comunicazione e confronto diretto con i circoli quale l’assemblea dei circoli, che non abbia potere decisionale ma che sia di supporto e velocizzazione delle informazioni; ciò è facilmente realizzabile tramite conferenze online, come l’esperienza durante il covid ci ha insegnato. A livello centrale ciò si traduce in proposte di lavoro e sostegno nella realizzazione di iniziative, produzione e divulgazione di materiali informativi, diffusione di nuovi strumenti informatici a nostra disposizione.
Ad esempio sostenere i circoli nella realizzazione delle iniziative con la partecipazione di personalità italiane e cubane: la prassi fin qui adottata di centralizzare gli inviti, assumendo in tal modo a livello nazionale la maggior parte dei costi, deve essere migliorata con un maggiore sostegno per i circoli che non hanno la possibilità di sostenere in proprio i costi e l’organizzazione degli eventi: a questo possono e devono contribuire maggiormente i coordinamenti regionali. L’esperienza ci dice che molti circoli non riescono ad approfittare della disponibilità delle personalità, soprattutto cubane, di volta in volta presenti in Italia.
Ovviamente, è impensabile che il livello Nazionale possa assumere per intero i costi legati alla presenza di personalità, mettendo in questo caso tutti i circoli nelle condizioni di approfittare della presenza degli ospiti. È però possibile pensare ad un meccanismo che preveda una rotazione in grado di raggiungere ogni circolo. Come già detto, in questo possono avere un ruolo importante i Coordinamenti Regionali, che al loro interno possono pianificare l’utilizzo delle personalità in arrivo nei diversi circoli in modo che nessuno venga escluso, aiutando i più deboli nell’organizzazione delle iniziative. E questo esempio non vale solo per quelle realizzabili con la presenza di ospiti cubani.
Un’attenzione costante e particolare deve essere rivolta ai singoli circoli sull’andamento del tesseramento; bisogna conoscere le esigenze dei singoli circoli, soprattutto di quelli che non rinnovano o che effettuano il tesseramento molto in ritardo. Tutte le cose fin qui elencate, per non essere mere enunciazioni di aspirazioni, hanno bisogno avere gambe su cui marciare. Queste gambe per quanto ci riguarda si traducono in una cosa sola:
ORGANIZZAZIONE
Il primo elemento da tenere in considerazione per un’Associazione come la nostra, che può fare conto esclusivamente sul lavoro volontario e militante degli associati, è il fondamentale coinvolgimento del maggior numero possibile di essi nelle attività nazionali. L’impostazione scelta nello scorso congresso di puntare e valorizzare le commissioni come strumento trasversale di lavoro e crescita della nostra organizzazione, rimane valida e va rilanciata dal futuro Direttivo Nazionale e dalla futura Segreteria, che dovranno impegnarsi per la loro formazione ed il loro funzionamento. Il contributo dei Circoli e dei Coordinamenti regionali è fondamentale. Ma per fare questo non è sufficiente il semplice invio dei verbali delle riunioni del CDN per garantire un’efficacie comunicazione tra Centro e Territorio. È compito del centro, in questo caso la Segreteria Nazionale, mantenere un costante rapporto con le nostre strutture territoriali, con specifici comunicati, indicazioni e sollecitazioni.
La proposta contenuta nel documento del congresso precedente dove si ritiene necessario instaurare dei meccanismi di confronto e di verifica costante tra Direttivo Nazionale e Coordinamenti regionali (possiamo pensare ad incontri a cadenza prestabilita che coinvolgano insieme le struttura nazionale con quelle territoriali), mantiene tutto il suo valore in quanto a presupposti e indicazioni. Va perciò verificato cosa ha funzionato, cosa non ha funzionato, il perché, per poi intervenire con dei cambiamenti. Sappiamo che solo alcune delle commissioni proposte si sono effettivamente concretizzate e hanno svolto il compito loro assegnato. Riteniamo che oltre ad essere propositivi, i componenti delle commissioni debbano partecipare attivamente al lavoro pratico e logistico delle stesse.
Riteniamo che l’Associazione debba attuare pienamente, senza riserve e personalismi, valorizzare il pluralismo,
Dobbiamo dare piena attuazione del nostro articolo sul tesseramento: non possiamo e non dobbiamo pensare che tutti abbiano le stesse motivazioni politiche per essere solidali con Cuba.
Un movimento di solidarietà deve essere multiforme/variegato: questa è la sua forza trainante. Fondamentale per attuare e raggiungere il nostro obiettivo è l’organizzazione. Possiamo vantare sul territorio circa 80 circoli. Questa capacità di essere presenti deve essere sfruttata in modo più’ profondo e concreto. La commissione individua nel ripristinare le feste del tesseramento un momento importante di aggregazione dove i vecchi iscritti possono rappresentare il punto di riferimento e favorire l’espressione del pensiero dei nuovi associati. Si consiglia di disporre sempre di nuove tessere in caso di manifestazione/evento pubblico. Vanno ricercate tutte le occasioni per nuove collaborazioni, con Enti, Partiti, altre Associazioni etc. Esserci sempre laddove si valuti un interesse verso Cuba: un esempio sono i vari corsi di lingua spagnola, esperienza nelle università della terza età ed altri esempi di questo genere.
Osservazioni
La commissione Organizzazione è tesseramento prende in visione le proposte del Circolo di Palermo
Nell’impossibilità di integrare nel documento finale tali proposte che spaziano nelle competenze di più commissioni, ne rimanda l’analisi al direttivo che nascerà da questo congresso.
Inoltre, sempre come suggerimento al futuro direttivo chiediamo di promuovere la creazione di nuovi strumenti e metodi per creare sinergia e coordinamento tra i giovani.
Documento finale della commissione Organizzazione e Tesseramento PDF
SOLIDARIETA’ E COOPERAZIONE
Dopo tanti anni di attività di cooperazione riteniamo importante definire che cosa vuol dire per l’associazione il concetto di cooperazione e solidarietà.
Per la nostra esperienza la Cooperazione e Solidarietà con la Rivoluzione cubana, deve partire da un concetto fondamentale, la reciprocità dell’azione che prevede una relazione tra pari, senza alcuna ingerenza di una parte sull’altra e soprattutto con l’obbiettivo di dare e ricevere esperienze positive, possiamo dire che l’esperienza con i cubani ci insegna che la reciprocità tra le organizzazioni cubane e l’Associazione è sempre stata all’insegna del rispetto e del contributo propositivo l’uno verso l’altro.
A partire dai lavori del nuovo direttivo uscente dal 13′ congresso, si ritiene importante costruire un’azione progettuale che coinvolga l’interezza dell’Associazione tenendo presente come criteri inscindibili i seguenti punti:
- La condivisione dell’azione progettuale con le proposte provenienti dall’Associazione Nazionale.
- La presentazione delle azioni progettuali approvate saranno prospettate ai possibili partner esterni all’Associazione ANAIC e ONG, enti locali, donatori privati, università, Sindacati, Ect.ect…
- L’individuazione di una azione di cooperazione unitaria è un elemento rafforzativo dell’Associazione, permettendo l’aggregazione e lo sviluppo dei circoli.
- L’indicazione di una progettualità nazionale non deve essere limitata da eventuali azioni dei coordinamenti regionali e dei circoli locali.
Infine la commissione auspica la costituzione di uno specifico gruppo di lavoro su Cooperazione e Solidarietà cercando di valorizzare le esperienze, le competenze e le conoscenze presenti all’interno dei soci dell’Associazione e per fare pressione sul governo italiano e sull’Unione Europea affinché vengano stanziate risorse importanti per la cooperazione con Cuba.
Documento finale della commissione Solidarietà e Cooperazione PDF