Cubainformación intervista Marco Papacci presidente dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

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“L’assistenza medica da una piccola isola socialista all’Italia, paese del Primo Mondo e alleato degli Stati Uniti, è stata una grande vittoria”.

Marco Papacci è il nuovo presidente dell’Associazione Nazionale Italia-Cuba, che ha 60 anni. In Europa occidentale, molte delle associazioni del Movimento Internazionale di Solidarietà con Cuba sono nate alla fine degli anni ’80 del XX secolo, anche negli anni ’90, nel momento in cui sembrava che la rivoluzione cubana stesse per cadere. Non è il caso dell’Associazione Italia-Cuba, che è stata fondata nel 1961 ed è una delle più antiche associazioni di amicizia con l’isola nel mondo.

 

60 anni dell’Associazione Italia-Cuba: evento online con importanti discorsi e spettacoli musicali, 23 aprile

Marco Papacci, nuovo presidente nazionale dell’Associazione di Amicizia Italia-Cuba

“I primi nuclei della futura Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba – spiega Papacci – nacquero nell’aprile del 1961, all’epoca dell’aggressione americana a Playa Giron (Baia dei Porci), per esprimere solidarietà al popolo cubano e alla sua Rivoluzione. In diverse città italiane, Milano, Roma, Genova, Torino e Bari, ci furono manifestazioni a sostegno di Cuba, perché la Rivoluzione dei ‘Barbudos’ aveva suscitato molta simpatia nella sinistra italiana, sia per il modo in cui i ribelli avevano preso il potere sia per l’alone di romanticismo che la circondava. Poiché la spontaneità non porta da nessuna parte, l’aiuto del Partito Comunista Italiano di allora fu decisivo. Il partito permise di dare un importante impulso aggregativo e organizzativo per incanalare la simpatia per Cuba che già esisteva nella realtà sociale italiana, soprattutto tra i giovani. L’obiettivo era, soprattutto, difendere la Rivoluzione Cubana, poiché in Italia, allora come oggi, ci sono sempre stati governi subordinati ai dettami degli Stati Uniti”.

Abbiamo chiesto a Marco Papacci dell’invio di brigate mediche in varie zone d’Italia durante questa pandemia, e del ruolo di Italia-Cuba, che fu l’ente che propose questa iniziativa. Ci risponde che, “durante la prima ondata della pandemia di Covid-19, che colpì il nord del nostro paese, in particolare le regioni della Lombardia e del Piemonte, l’allora presidente della nostra Associazione, Irma Dioli, in accordo con tutto il gruppo dirigente, scrisse una lettera al Ministro italiano della Salute Pubblica, chiedendogli di contattare le autorità cubane per richiedere che la brigata medica Henry Reeve, specializzata in epidemie e disastri naturali, venisse nel nostro paese. Quelli che alla fine hanno risposto a questo messaggio sono state le autorità di due regioni, che ci hanno contattato. Italia-Cuba è stato il ponte verso le autorità cubane e il resto è storia. Uno è arrivato a Crema, in Lombardia, e il secondo a Torino, in Piemonte. È incredibile che un paese del primo mondo sia stato aiutato da un paese del terzo mondo. Un’isola socialista, bloccata dagli Stati Uniti, aiuta un paese capitalista e uno stretto alleato degli Stati Uniti. È stata una vittoria fantastica.

Quali sono le tappe fondamentali della storia Italia-Cuba? Lo abbiamo chiesto anche a Papacci. “Dopo la caduta dei paesi del blocco socialista, è iniziato il periodo speciale a Cuba, con le difficoltà che tutti conosciamo. Dall’Italia abbiamo inviato decine, centinaia di container con materiali e beni di prima necessità. Poi ricordo le manifestazioni contro il blocco statunitense di Cuba, nelle città di Milano e Roma, con diverse migliaia di partecipanti.

 

Non posso non menzionare la campagna per il rilascio del bambino Elian Gonzalez e l’immenso lavoro per il rilascio dei Cinque. Ma i nostri successi sono stati anche le numerose campagne di solidarietà materiale, con la raccolta di fondi insieme alla ONG Medicuba Europa, per varie istituzioni scientifiche cubane“, spiega.

Alla domanda sulla stampa italiana e il suo trattamento della “questione Cuba”, sorride e risponde: “Lei sa esattamente chi gestisce la stampa internazionale. Cubainformacion ha fatto dei magnifici rapporti sull’argomento. Dietro le grandi corporazioni di notizie, ci sono sempre gli Stati Uniti. In Italia succede la stessa cosa, se c’è un articolo decente sulla situazione cubana, vengono pubblicati cinque articoli che ne parlano in modo molto cattivo per compensare“. Sul riflesso mediatico dell’attività di solidarietà Italia-Cuba, si riferisce proprio “all’arrivo delle Brigate Mediche, quando diversi giornalisti ci hanno contattato e talvolta siamo apparsi su importanti giornali nazionali. Ma Cuba è un argomento rischioso e i giornalisti non vogliono scottarsi troppo. Ecco perché il più delle volte mettono a tacere il nostro lavoro.

Ora, spiega, l’attività dell’Associazione, in campo politico, si concentra sulla “campagna contro il blocco, insieme alle associazioni europee, chiamata UNblockCuba, la campagna per il conferimento del Premio Nobel per la Pace alla brigata medica cubana Henry Reeve, la campagna per la restituzione della base navale di Guantanamo occupata illegalmente dagli Stati Uniti e la denuncia dell’aggressione mediatica orchestrata dagli Stati Uniti, pagata e finanziata da USAID e NED contro la rivoluzione cubana”. In termini di solidarietà materiale, c’è “la raccolta di fondi per l’Istituto Cubano dei Vaccini Finlay e la campagna per l’acquisto di medicinali oncologici pediatrici che Cuba non può acquistare a causa del blocco. In un solo anno abbiamo raccolto più di 80 mila euro già inviati a Cuba attraverso MediCuba Europe“, sottolinea Papacci.

Come messaggio finale al pubblico di Cubainformacion, dice: “grazie per il magnifico lavoro che state facendo da molti anni. La voce di Cubainformacion è fondamentale in un mondo che cerca di mettere a tacere non solo le conquiste della Rivoluzione Cubana, ma anche quelle della Repubblica Bolivariana del Venezuela e del Nicaragua, e quelle di tanti altri paesi che hanno scelto un cammino diverso da quello che l’impero vuole imporre. Siamo membri di Cubainformacion e siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo per sostenere il vostro lavoro in tempi di difficoltà economiche. E, infine, ricordate che eravamo solidali con Cuba nel 1961, lo eravamo quando Cuba è rimasta sola dopo la caduta del muro di Berlino e nel periodo speciale, lo eravamo durante la terribile presidenza Trump, lo siamo ora e lo saremo sempre. Siamo solidali con la Cuba di Patria o Muerte, Venceremos”.

Fonte: Cubainformación

Traduzione: italiacuba.it

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